#SveliamolaViolenza

Rimprovero, punizione, umiliazione.

È attraverso queste fasi che i giovani subiscono la violenza psicologica tra le mura scolastiche. Un fenomeno spesso sottovalutato, ma causa di traumi infantili persistenti nella mente di bambine e bambini che, percependo la vergogna di un richiamo in pubblico, si chiudono nel silenzio e rinunciano alla partecipazione.

Non è ammissibile che un docente infierisca sui discenti per i loro interventi sbagliati.

Non è ammissibile che un docente ignori particolari discenti per avversioni personali.

Non è ammissibile che i discenti percepiscano un clima ostile e ne siano terrorizzati.

Il quadro che emerge dalle nostre scuole, almeno stando alle dichiarazioni di molti ex alunni e alunne, è pressoché simile a quanto descritto e questo, di certo, non ci fa onore!

Se l’idea di scuola che perseguiamo è quella di un luogo protetto, di educazione e accrescimento personale, invece che di umiliazione, la realtà – ci rincresce dirlo – è ben diversa.

In un clima in cui ti senti giudicato, o a disagio per le ingerenze di un insegnante, la tua serenità psico-fisica non potrà che esserne minata.

Noi crediamo che la scuola, oltre a essere un luogo di sane relazioni sociali, debba rendersi accogliente nei confronti di chi va accompagnato in un progresso di crescita personale, evitando di giudicare le sue carenze, anzi, provando a colmarle. D’altronde, se ci aspettassimo che un pesce sia in grado di arrampicarsi sugli alberi, rimarremmo delusi dallo scoprire il contrario e questi finirebbe per credersi un idiota. È questo ciò che pensava Albert Einstein dell’istruzione: un momento di costruzione condivisa e personalizzata, non un processo di demolizione delle identità. Se si accetta di default l’identità del pesce, si saprà individuare l’ambito che gli è più affine, piuttosto che pretendere che si adatti a vivere su un pianeta senz’acqua.

Se anche lo scopo sociale della scuola non fosse quello di allocare gli individui nel posto più adatto alle loro inclinazioni, quanto meno si esiga il rispetto del benessere psico-fisico degli studenti e delle studentesse tutelandoli, specialmente quando ancora in una fase di precaria consapevolezza di sé stessi.

Sveliamo insieme la violenza psicologica nella scuola.

A cura di Samira Pia Ricci e Marco Scarano

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