Strade, marciapiedi, parchi.
I mozziconi di sigaretta sono disseminati ovunque. Ogni giorno, migliaia di persone camminano su questi piccoli rifiuti. Sono diventati quasi elementi naturali e si stanno moltiplicando di giorno in giorno. Ma chi è responsabile di questa invasione?
Voi, fumatori, voi che siete abituati a buttare le sigarette dappertutto. Un gesto banale, semplice, quotidiano, ma non privo di conseguenze.
Noi che dovremmo essere la generazione consapevole dei problemi attuali, invece di seminare speranza, sappiamo solo usare come semi dei mozziconi.
Mentre la nostra casa comune è in fiamme,
mentre la catastrofe climatica ci tampina,
mentre tutti dovremmo fare uno sforzo in più.
C’è ancora chi ne fa uno in meno. Tanto più che le alternative esistono, e sono semplici, come portare con sé un posacenere portatile dove mettere i mozziconi di sigaretta, o semplicemente smettere di fumare e di «fumare» noi stessi.
È quindi in questo contesto che scrivo, scrivo la mia incredulità e la mia rabbia di fronte ad azioni assurde e suicide, e non ho paura di dirlo.
Accuso chi, mentre l’acqua scarseggia, mentre la siccità ci minaccia, agisce contro l’interesse degli altri esseri viventi, gettando un mozzicone di sigaretta che può inquinare fino a 500 litri d’acqua.
Accuso chi, invece di dare l’esempio e sensibilizzare, agisce contro la morale e il dovere. Perpetua questo gesto che dovrebbe essere sradicato dalle nostre pratiche e partecipa alla sua trasmissione tra le generazioni.
Accuso chi sa che gli animali e gli esseri umani stanno vivendo i loro ultimi momenti, ma non esita a gettare un veleno nella natura. Quattro mozziconi di sigaretta sono sufficienti per uccidere un piccolo pesce, otto milioni di mozziconi di sigaretta vengono gettati via ogni minuto, fate i conti.
Siamo in guerra con i vivi. La clessidra viene rovesciata. I giorni volano e i mesi se ne vanno per sempre. La Terra sta morendo, dobbiamo svegliarci e agire.
La vita è fragile, la Terra è la nostra casa comune, l’opportunità di salvarla è unica, le abitudini ingannano, siamo responsabili, cambiamo.
A cura di Lorenzo Janicot