Amazzonia a secco, a rischio il popolo del grande fiume

Antefatti

L’ Amazzonia, la più grande foresta pluviale tropicale del mondo, si estende su una superficie di 6 milioni di chilometri, occupando gran parte dell’America Latina, in particolare il Brasile, e ospita il 10% della biodiversità conosciuta (comprese alcune specie a rischio).

È anche considerata il sistema respiratorio del pianeta, il “polmone verde della Terra”, poiché produce più del 20% dell’ossigeno del pianeta.

La foresta è attraversata dal Rio delle Amazzoni (definito da Pablo Neruda “capitale delle sillabe d’acqua”), che scorre per oltre 6.600 chilometri, dove incontra centinaia di affluenti, che rappresentano oltre il 15% del deflusso fluviale totale dagli oceani del mondo.

Oggi, purtroppo, stiamo assistendo a una grave siccità nell’Amazzonia brasiliana, dove i trasporti sono interrotti, le comunità isolate e la fauna selvatica minacciata. Questa siccità rappresenta un grande pericolo, soprattutto per la popolazione locale e per i 30 milioni di persone che vivono nel bacino amazzonico.

Recentemente è stato dichiarato lo stato di emergenza a Manaus (capitale dell’Amazzonia) e in altre 20 città limitrofe, che dipendono economicamente dal Rio delle Amazzoni e dai suoi affluenti, tra cui il Rio Negro, che ha raggiunto una profondità di quattordici metri: cinque in meno rispetto all’anno scorso.

Vista dall’alto di una zona costiera di Manaus

Un abitante del luogo denuncia la situazione: “il fiume sta morendo e noi moriremo con lui”. Le
merci non possono essere trasportate perché il fiume è troppo basso e i negozi di Manaus sono vuoti da diversi giorni.

Conseguenze

Il governo brasiliano attribuisce questa siccità al cambiamento climatico (che sta causando disastri in tutto il mondo, tra cui il prosciugamento di molti fiumi) e al fenomeno meteorologico El Niño (un fenomeno oceanico che si manifesta con un aumento della temperatura del mare).

Le popolazioni locali sono abituate all’innalzamento e alla diminuzione delle acque dei fiumi, che avviene naturalmente in cicli regolari. Quest’anno, tuttavia, è possibile che i fiumi amazzonici raggiungano uno dei livelli più bassi della storia, superando i livelli della stagione secca, che si svolge tra luglio e ottobre.

Nativi del Rio delle Amazzoni

Inoltre, a causa di questi fenomeni, le alte temperature potrebbero continuare ancora per qualche mese, fino al prossimo gennaio.

Nello Stato di Amazonas (il cuore della foresta amazzonica), 60 dei 62 comuni sono già stati colpiti da questa crisi: le forze armate stanno quindi distribuendo pacchi alimentari agli abitanti di queste zone.

Inoltre, le autorità hanno chiuso la grande centrale idroelettrica di Santo Antônio (stato di Rondônia), che ha esaurito l’acqua per la prima volta dalla sua apertura nel 2012, e potrebbero decidere di fare lo stesso con le centrali di Amapá e Acre.

Molte persone che vivono nei villaggi vicini all’Amazzonia si trovano isolate e prive di beni di prima necessità, poiché i fiumi sono spesso considerati le autostrade dell’Amazzonia. Cibo, medicine e altri beni necessari alla popolazione viaggiano via fiume.

Le popolazioni locali devono quindi percorrere lunghe distanze attraverso la foresta per trovare acqua potabile: l’acqua degli affluenti del Rio delle Amazzoni è diventata imbevibile perché troppo fangosa e piena di pesci morti a causa dell’intensa ondata di calore.

La scorsa settimana la temperatura del lago Tefé ha raggiunto i 39°C, causando la morte di molti animali, tra cui 140 delfini appartenenti a due specie diverse (delfini rossi di fiume e delfini tucuxi), entrambi inseriti nella lista rossa delle specie minacciate.

Oltre al problema della siccità, quest’anno l’Amazzonia ha registrato il secondo maggior numero di incendi dal 1998. Questi incendi stanno distruggendo la foresta, in particolare nel mese di settembre 2023: sono stati registrati 6991 incendi, una media di 233 al giorno.

Negli ultimi dieci anni sono scomparsi circa 300.000 chilometri quadrati di foresta amazzonica, un’area grande quanto l’Italia.

Gli incendi e la deforestazione sono responsabili del 49% delle emissioni di gas serra del Brasile, contribuendo alla crisi climatica, ma anche avendo un impatto diretto sulla salute della popolazione locale.

Le popolazioni indigene dell’Amazzonia chiedono al governo brasiliano di dichiarare l’emergenza climatica a causa della grave crisi che stanno affrontando: l’attuale siccità è senza precedenti e, insieme ai numerosi incendi, sta continuando a distruggere il Paese.

A cura di Theodora De Pasquale

Fonti:

https://www.lemonde.fr/planete/article/2023/10/11/le-bresil-confronte-a-une-secheresse-catastrophique-en-amazonie_6193721_3244.html 

https://www.bbc.com/news/in-pictures-67087949

https://edition.cnn.com/2023/10/10/americas/amazon-drought-floating-village-climate-intl/index.html

https://www.youtube.com/watch?v=D6ftjPVUiXA

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