Biden e Xi-Jinping a San Francisco

Mercoledì 15 novembre, i rappresentanti delle due superpotenze globali si sono incontrati a margine del vertice dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), nella Villa Filoli a pochi chilometri da San Francisco. La notizia di un possibile arrivo del presidente cinese, Xi-Jinping, negli Stati Uniti aveva sconvolto i giornalisti già all’inizio di ottobre, che avevano espresso il loro scetticismo riguardo l’effettiva possibilità di un incontro tra i due leader.
Biden sostiene che quella tenutasi durante le quattro ore di colloquio sia stata la conversazione più costruttiva e più produttiva da quando egli stesso siede nella sala ovale.
Dopo i colloqui, e una passeggiata nei giardini centenari della villa nella quale è avvenuto l’incontro diplomatico, il Presidente durante un’intervista ha affermato che sono stati raggiunti due accordi significativi, anche se i resoconti di entrambi i Paesi evidenziano una realtà differente: indicano scarsi progressi sulle questioni che hanno spinto le nazioni sull’orlo del conflitto.

I rapporti tra Cina e Stati Uniti nel corso degli anni

Nel 2011, durante l’amministrazione Obama, fu richiesto dallo stesso presidente a Biden, allora vicepresidente di conoscere Xi-Jinping, anch’egli all’epoca vicepresidente: “Io ho passato più tempo con Xi-Jinping di ogni altro leader” dice Biden.

Nel 2012 Biden arriva ad affermare: “Il futuro del XXI secolo sarà definito da quanto bene gli US e la Cina saranno in grado di cooperare in maniera amichevole”.
Nel 2015, Xi-Jinping, divenuto presidente, si recò per la prima volta negli Stati Uniti per incontrare i vertici delle aziende tecnologiche, in un momento in cui la sicurezza dei dati informatici era, ed è tutt’ora, uno degli argomenti più sensibili del dialogo tra i due paesi. Il presidente cinese Xi-Jinping si recò a Seattle per iniziare la sua prima visita di Stato negli Stati Uniti.

Durante la permanenza il leader cinese incontrò il presidente Obama, in conclusione della sua visita a New York. Mentre i funzionari di entrambi i paesi si occuparono di esaminare le questioni spinose, dalla sicurezza informatica al Mar Cinese Meridionale, la missione principale di Xi fu quella di rassicurare gli investitori che l’economia cinese era stabile e aperta agli affari.

Quando nel 2020 la presidenza passò a Trump egli assunse subito una politica meno comprensiva nei confronti della Cina e di Xi-Jinping, mettendo in crisi i rapporti USA-Cina. Nel 2022, sotto l’amministrazione Biden i rapporti con Pechino non subirono miglioramenti, data la scelta di Biden di perseguire la stessa linea politica di Trump. Durante un’intervista, alla domanda postagli da un giornalista: <<Le forze US difenderanno Taiwan nel caso di un’invasione cinese>> Biden fermamente risponde: <<SI>>.
Inoltre, in occasione del G20, i due leader si incontrarono a Bali, in India, per tentare di migliorare i propri rapporti, infatti sostiene Xi-Jinping: “Io credo fermamente che non ci sia necessità di una nuova Guerra Fredda”. I rapporti tra gli Washington e Pechino si congelarono nuovamente in occasione dell’avvistamento di un pallone spia cinese nei cieli americani all’inizio del 2023.

La conversazione “più costruttiva e produttiva”

Gli argomenti di contrasto sul quale è stato raggiunto un accordo tra i due leader sono la ripresa delle comunicazioni militari, interrotte dopo la visita del presidente della Camera in carica l’anno scorso Nancy Pelosi a Taiwan, per trasparenza e per evitare eventuali collisioni e crisi. Impegni di maggior comunicazione erano stati antecedentemente assunti, Biden sostenne che i canali militari dovessero rimanere aperti per evitare potenziali scontri. Non è chiaro come si sia espresso Xi sulla suddetta questione.

La seconda questione su cui i due leader hanno raggiunto un accordo è quella del commercio del fentanil, un oppioide esportato dalla Cina, che ha ucciso migliaia di americani per overdose. Biden ha illustrato le linee generali di un accordo che impegnerebbe Pechino a regolamentare le componenti del farmaco, impegno già precedentemente assunto dalla Cina.
Non sono però state trovate soluzioni alle questioni critiche che hanno e che stanno tuttora portando le due nazioni sull’orlo del conflitto. Gli assistenti di Biden assicurano che Jake Sullivan, consigliere della sicurezza nazionale, continuerà a trattare con il capo funzionario cinese degli esteri, Wang Yi.

Per quanto riguarda Taiwan, sono stati ripetuti vecchi punti di discussione, senza registrare
eventuali passi avanti. Il rappresentante di Pechino ha espresso però la sua preoccupazione per le imminenti elezioni dell’isola nel gennaio 2024, nelle quali probabilmente si stabilirà l’indipendenza dell’isola, una delle “linee rosse”, che potrebbe portare i funzionari cinesi a intraprendere un’ azione militare. Xi, di fronte alla menzione, da parte di Biden, dell’accelerazione dell’attività militare cinese intorno a Taiwan dopo la visita della Pelosi, ha chiesto perché gli Stati Uniti stessero armando l’isola e ha chiesto di interrompere il commercio delle armi a Taiwan. Il presidente americano, memore dell’invasione russa dell’’Ucraina, è probabile che acceleri invece l’armamento dell’isola.
Non si è discusso della partnership tra il Cremlino e Pechino e della fornitura di tecnologia da parte di quest’ultima alla prima. Gli assistenti dicono che durante i colloqui si sia trattato della rapida crescita dell’ arsenale nucleare cinese, ma Xi si sarebbe rifiutato di entrare nei colloqui sul controllo degli armamenti nucleari, insistendo sul fatto che prima debba equiparare le scorte detenute da USA e Russia. Si è solo brevemente discusso delle azioni più aggressive, tra cui le intercettazioni di aerei americani nello spazio aereo internazionale e gli scontri nelle acque contese al largo delle Filippine e del Mar Cinese.


I rapporti tra i due leader a Filoli erano stati attentamente pianificati da mesi. Alti funzionari cinesi ne avevano discusso negli incontri con gli assistenti più fidati di Biden, tra cui Sullivan e Antony J. Blinken, il segretario di stato. Entrambi gli uomini erano seduti al tavolo in stile sala riunioni allestito nella sala da ballo della tenuta, con Biden affiancato da Blinken e Janet L. Yellen, la segretaria del Tesoro. Xi sarebbe arrivato, seppur con una limousine di fabbricazione cinese senza targa, in un momento di relativa debolezza. Infatti, l’economia cinese sta subendo un rallentamento dopo una crescita vertiginosa registrata negli ultimi anni. Il presidente cinese avrebbe infatti incontrato gli investitori americani lo scorso mercoledì, anche perché il Paese ha iniziato a perseguire penalmente le aziende che rivelano dati economici cinesi o conducono una “due diligence” sulle prestazioni delle aziende cinesi prima che gli investitori stranieri investano.


Mercoledì pomeriggio dopo la partenza del presidente cinese, Xi-Jinping, durante una conferenza stampa è stato chiesto al leader americano se considerasse Xi un dittatore, così definito dallo stesso Biden lo scorso anno. “Beh, guarda, lo è”, ha detto Biden. “Voglio dire, è un dittatore nel senso che è un ragazzo che governa un paese che è un paese comunista.”

a cura di Arianna De Filippo

https://www.nytimes.com/live/2023/11/15/world/biden-xi-apec-summit
https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2023/11/16/usa-cina-biden-xi-san-francisco
https://www.bbc.com/news/av/world-us-canada-67435453

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