#SveliamolaViolenza

Uno schiaffo, un insulto, uno stereotipo.

Violenza fisica, violenza verbale, violenza politica.

Quando pensiamo a un atto violento, immaginiamo un atto fisico come – per l’appunto – uno schiaffo, che è legato all’esperienza sensibile del dolore fisico.

Ma la violenza non si sostanzia soltanto nella sua dimensione tangibile: quante volte ci hanno detto, per esempio, “ferisce più la bocca che la spada”?

Oppure, quanto ci ha dato fastidio quella volta all’estero in cui ci hanno deriso per via del nostro gesticolare?

Un gesto violento mette in scena un duetto tra il pianto e la risata: la violenza peggiore è quella racchiusa in un gesto che sembra frivolo, ma finisce per essere pesante come il mondo; pesantezza che spesso è data dalla sua reiterazione. Ciò che è fulmineo per il carnefice risulta torpido per la vittima. I carnefici dovrebbero domandarsi: “Come mi sentirei al suo posto?” Non bisogna mai scordarsi che il palmo di una mano può si ferire ma, soprattutto, può salvare.

Sveliamo insieme la violenza implicita.

A cura di Lorenzo Gregorio Quondam e Livia Sarti

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