Subdola, pervasiva, dannosa.
La violenza psicologica si insinua come un’ombra silenziosa, racchiudendo la mente e il cuore della vittima in un abbraccio tossico. Le sue tracce non sono evidenti, ma si nascondono dove gli occhi altrui non possono vederle:
si riflettono nei pensieri tormentati,
si riflettono nelle paure soffocanti,
si riflettono nei sogni infranti.
Nella quiete apparente delle parole non dette risiede il rumore assordante della sofferenza emotiva, mentre in un abbraccio apparentemente affettuoso si nasconde la fossa della manipolazione.
Questa sorta di nebbia avvolge la mente della vittima, offuscando la sua visione e creando confusione, come se una bambina vedesse una grande nube avvolgere la propria casa, trasformandola in un labirinto senza uscita.
Nelle relazioni amorose, la violenza psicologica può annidarsi silenziosamente: non lascia segni esposti come le ferite fisiche, ma cicatrici emotive profonde e durature. Questo tipo di violenza può manifestarsi in modi subdoli e sfuggenti, minando la fiducia, l’autostima e l’identità stessa di una persona.
La forza più grande è riuscire a volersi più bene di quanto si possa fare con la persona che si ama.
Sveliamo insieme le insidie della violenza psicologica.
A cura di Rebecca Casetti, Mariagiulia Fenicia e Giorgia Medici