Sguardi gelidi, parole taglienti, giudizi implacabili.
Nelle aule scolastiche, la comunità studentesca si interfaccia con una realtà quotidiana di cui si parla troppo poco: la violenza verbale e psicologica di un corpo docente spesso mal pagato, insoddisfatto e ignorato a livello sociale, che riversa la propria frustrazione sulle proprie classi.
Perché caricare di ansia studenti e studentesse che stanno vivendo il periodo più difficile e delicato della loro vita?
Perché non sforzarsi di comprendere le difficoltà sociali, familiari e psicologiche di ragazzi e ragazze accusandoli solo di non applicarsi abbastanza?
Perché ridurre caratteri, personalità e attitudini diverse a mere valutazioni numeriche illudendoci che dietro a questo ci sia molto di più?
Attenzione o smarrimento, da questo bivio si deve partire per capire se ci vogliamo impegnare a migliorare le condizioni di chi studia – dalle elementari alle scuole superiori – o se vogliamo abbandonare le nuove generazioni tra i feroci artigli del nostro sistema scolastico.
Abbiamo bisogno di un ambiente educativo che nutra la crescita di ognuno, senza schiacciare nessuno sotto il peso di aspettative irragionevoli.
Sveliamo insieme la violenza del sistema educativo.
A cura di Carlotta De Angelis e Giorgio Di Gesù