Agli occhi del pubblico, il 28 agosto 2024 segna l’inizio di un evento mediatico che scuote il mondo politico: un presunto tradimento, scuse in televisione, prove pubblicate sui social, e un litigio che coinvolge una delle figure centrali del governo Meloni. I protagonisti sono la dottoressa Maria Rosaria Boccia, presidente di Fashion Week Milano Moda, e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, uno dei fedelissimi scelti personalmente dalla premier Giorgia Meloni.
Inizialmente la vicenda è stata presentata all’opinione pubblica come un banale scandalo personale, consistente in una relazione extra-coniugale tra Boccia e Sangiuliano, probabilmente diretto a indebolire la già fragile credibilità del ministro, messa a dura prova da una serie di significative gaffes avvenute nei quasi due anni di ministero. Successivamente, con l’emergere di nuovi dettagli e prove, il tutto ha assunto un carattere più complesso, portando i più a sviluppare una serie di ipotesi che si estendono da supposizioni plausibili a vere e proprie teorie del complotto.
Il 28 agosto Boccia pubblica un post ringraziando Sangiuliano per averla nominata Consigliera per i Grandi eventi del Ministero della Cultura, e subito da Palazzo Chigi arriva la smentita: tutti negano di conoscerla e di averle assegnato l’incarico, nonostante le decine di foto con ministri e importanti personalità pubbliche ben visibili sul suo profilo social.
Nel frattempo emerge una mail riservata, relativa all’organizzazione del G7 Cultura, inviata proprio a Boccia. Sangiuliano scrive e invia una lettera a La Stampa per difendersi pubblicamente dalle dichiarazioni della dottoressa, mentre la premier Giorgia Meloni, convoca il ministro a Palazzo Chigi per un colloquio privato per cercare di mettere ordine a questa faccenda. Boccia ha usufruito dei soldi pubblici per fare viaggi e soggiorni insieme al ministro?

Mentre Sangiuliano continua a smentire, la dottoressa conferma: il ministro ha sempre pagato di tasca sua, senza attingere al conto statale “nemmeno per pagarle il caffè”, producendo prove audio, foto e biglietti. Starà poi alla giustizia di appurare le dichiarazioni della “coppia”, che, a quanto dichiarato da entrambi, ha smesso di avere carattere sentimentale, anche se il rispetto personale resta.
A ciò sono seguite settimane di confessioni, smentite e attacchi avvenuti sia da fonti ufficiali, sia sui social: è proprio tramite i post e le stories che Boccia ha publicato foto, screenshot, documenti, audio, per provare il fatto che lei fosse coinvolta nelle attività lavorative del ministro in quanto candidata alla nomina di consigliera, e non come accompagnatrice non ufficiale.
Boccia ha inizialmente affrontato la questione ribadendo il suo impegno istituzionale e ha chiesto alla stampa di portare rispetto per la sua vita privata, soprattutto durante e a causa di quei 8 giorni di silenzio. Successivamente la donna, non sposata, ha rigettato le accuse di favoritismo, ribadendo che la sua nomina di consigliera fosse dovuta esclusivamente ai suoi meriti professionali.

Boccia ha da sempre intrecciato relazioni con personaggi influenti della politica e della televisione, costruendo un network di contatti particolarmente ramificato, che le ha permesso, assieme alle competenze acquisite prima con una laurea in Economia aziendale e poi con una seconda in Economia e Management, di arrivare ai vertici dell’ambiente politico italiano.
Mentre la premier ha ufficialmente revocato l’incarico a Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia è indagata per violenza e minaccia a corpo politico e lesioni aggravate: la prima accusa si riferisce all’imbarazzo causato, alla violazione della segretezza di alcune comunicazioni statali e all’infiltrazione nel sistema politico, che comprende il presunto possesso di informazioni riservate e “compromettenti”; la seconda si riferisce ai danni causati alla persona di Sangiuliano, tra cui un taglio sulla fronte che la dottoressa gli avrebbe causato, in seguito a una discussione, nella notte tra il 16 e il 17 luglio, e il disagio causato alla moglie dell’allora ministro, Federica Corsini, oltre ad averla accusata pubblicamente di aver convinto il marito a revocarle la nomina di Consigliera per i Grandi Eventi.
Sangiuliano, ormai ex ministro, è invece indagato per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio, oltre che per aver provocato danni erariali per aver utilizzato i soldi pubblici e le auto blu.
La signora Boccia è davvero stata mandata da qualcuno per minare il governo Meloni? Per ora le prove a supporto di questa teoria sembrano essere piuttosto circostanziali, soprattutto perché un eventuale piano di rovesciamento del sistema, attuato dall’opposizione, avrebbe cercato di creare o scoperchiare altri tipi di scandali, ben lontani dall’imbarazzante scivolone del ministro della Cultura.

Il motivo per cui la vicenda non riguarda più solo la sfera intima è chiaro: la stabilità della coalizione di Giorgia Meloni è stata compromessa ancora una volta, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Si stanno sollevando ulteriori interrogativi sulla trasparenza e sull’eticità della nostra classe governante, con un occhio particolare a conflitti di interesse che, in questo governo, sicuramente non mancano.
Dopotutto, non é un mistero che la premier, negli ultimi mesi, abbia dovuto affrontare numerosi problemi e scandali all’interno della cerchia più ristretta dei suoi collaboratori, eventi che hanno messo a repentaglio la sua reputazione: tra la rottura con l’ex Giambruno, l’indagine su sua sorella Arianna, lo scandalo della “gioventù meloniana”, il processo alla Santanchè, Delmastro e le rivelazioni sul caso Cospito, le recenti accuse al ministro Salvini, Meloni si sta affossando proprio a causa di quel sistema di supporto che lei stessa aveva messo in piedi.
Il “caso Boccia – Sangiuliano” non sarà, probabilmente, il colpo d’ ascia definitivo, nonostante l’enorme attenzione mediatica che ha riscontrato; dopotutto, il governo è istituzionalmente indebolito, ma non sembra perdere troppi punti sulla scala del consenso: Giorgia Meloni resta ancora saldamente alla guida del paese.
A cura di Chiara Nobili