Da Einstein ai droni basati su sistemi IA

L’azienda americana Skydio, leader nella produzione di armamenti high tech, lo scorso 4 Agosto è stata scelta dalla NATO Support and Procurement agency, responsabile del supporto logistico per le forze armate dei paesi membri, per la costruzione di droni militari muniti di un sistema di navigazione basato sull’uso dell’IA, che li rende autonomi e capaci di operare in zone senza alcun segnale GPS. Sono progettati per complesse operazioni tattiche: ultraleggeri e compatti, con un peso non superiore ai 2.5kg, dalla composizione modulare, ideali quindi per svolgere ricognizioni militari in terreni ostili quali tunnel, strutture o veicoli abbandonati, senza esporre le forze armate a minaccia diretta.

Altra prerogativa di questi equipaggiamenti è la resistenza alla guerra elettronica: grazie ad un sistema di navigazione, basato sulla commutazione dinamica dei canali di comunicazione, essi sono in grado di scegliere il canale di trasmissione dati più efficiente, ottimizzando quindi la velocità di comunicazione.

L’impiego di questi congegni arriva in un momento in cui sul fronte est nazioni come Estonia, Polonia, Lettonia e Lituania necessitano di tecnologie in grado di monitorare le attività militari russe ed individuare potenziali movimenti sospetti.

Non mancano, però, dubbi e timori legati all’utilizzo di droni totalmente autonomi: l’adozione di essi su larga scala potrebbe portare i paesi non alleati a sviluppare contromisure e tecnologie più aggressive, entrando nel circolo vizioso della corsa agli armamenti.

Nulla sembra essere cambiato da quando, ormai quasi un secolo fa, Albert Einstein esplicitava le stesse preoccupazioni riguardanti il progresso tecnologico, da lui definito come “un’ascia nelle mani di un criminale patologico”; per lo scienziato tedesco, infatti, sarebbe impossibile allontanare gli uomini dalla fatalità della guerra, soprattutto con il progredire della tecnologia moderna. In uno scambio epistolare tenutosi nel 1932 con il filosofo Sigmund Freud, infatti, i due esplicitano la principale ragione per cui l’umanità tende e tenderà per sempre al conflitto: l’uomo alberga in sé il bisogno di odiare e distruggere. In tempi pacifici quest’inclinazione verso la morte rimarrebbe latente, e solo in circostanze eccezionali verrebbe “attizzata,” desiderando quindi il compiacimento di violenza distruzione.

L’automatizzazione dell’aviazione militare potrebbe così diventare il sistema veicolare più facile con cui soddisfare la pulsione mortale umana, rendendo la distruzione una decisione affidata interamente ad un algoritmo. La presidente dell’ICRC (comitato internazionale della Croce Rossa), Mirjana Spoljaric, ha dichiarato: “Abbiamo la responsabilità di assicurarci che la decisione di uccidere sia riservata solamente agli umani, in qualsiasi contesto”; infatti, nel caso in cui i sistemi d’arma basati sull’IA agiscano in totale autonomia, la responsabilità delle loro azioni sarebbe direttamente riconducibile a coloro che hanno optato per l’utilizzo di questa strumentazione.

Delegare le decisioni di vita e di morte a delle macchine solleva profonde questioni etiche: il potere di uccidere, senza alcun coinvolgimento umano, potrebbe potenzialmente comportare la completa automazione dei conflitti, deumanizzando persino la morte, facendo emergere quindi una domanda: l’intelligenza artificiale comprenderà mai le conseguenze delle sue azioni?

A cura di Chiara Pinna

Fonti

https://www.skydio.com/blog/skydio-drones-selected-NATO-nspa-for-nano-uas-framework-agreement#:~:text=(August%204%2C%202025)%20–,Uncrewed%20Aerial%20Systems%20Support%20Partnership.

https://armyrecognition.com/news/aerospace-news/2025/nato-chooses-u-s-skydio-drones-to-enhance-forward-reconnaissance-operations

https://www.iisf.it/discorsi/einstein/carteggio.htm

https://www.icrc.org/en/statement/preserving-human-control-over-use-force-call-regulate-lethal-autonomous-weapon-systems

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