Sempre più spesso nella difficile situazione geopolitica odierna, siamo portati a porci la domanda di quanto la politica possa influenzare direttamente o meno la vita di tutti i giorni. In particolare, spesso sorge la questione del collegamento che intercorre tra arte e politica. Si potrebbe sostenere che arte e politica siano due ambiti ben distinti, privi di collegamento o influenza l’uno sull’altro. Eppure, il mondo moderno ci ricorda costantemente che l’arte stessa è politica, in tutte le sue forme. Proprio questo è il caso che sta avvolgendo Eurovision 2026, promemoria di come musica e politica siano inseparabili.

Con oltre 160 milioni di ascolti nella scorsa edizione, non stupisce che l’Eurovision Song Contest riesca a catturare l’attenzione mediatica mesi prima della messa in onda. L’edizione 2026 avrà luogo a Vienna, alla Wiener Stadthalle Arena, e segnerà il settantesimo anniversario dell’evento. Insomma, Eurovision 2026 si prospetta da subito di eguagliare se non superare i numeri raggiunti dall’edizione passata, confermandosi uno degli eventi internazionali più importanti di tutto il panorama musicale. Tuttavia, negli ultimi giorni è stata sollevata una questione che metterebbe in dubbio la partecipazione di alcuni paesi europei. Pochi giorni fa, infatti, l’emittente televisivo irlandese RTE ha annunciato che l’Irlanda non prenderà parte al contest, qualora dovesse partecipare anche Israele. Nel comunicato ufficiale dell’emittente si legge: «La partecipazione dell’Irlanda sarebbe inconcepibile, considerando le terribili perdite umane a Gaza e gli omicidi mirati di giornalisti». In concomitanza, RTVSLO e RUV, televisioni slovene e islandesi, hanno dichiarato di essere in attesa di una consultazione ufficiale dell’EBU, la European Broadcasting Union, prima di assumere una decisione definitiva. Diverso invece è il caso dell’Olanda: infatti, la tv olandese ARVOTROS ha comunicato ufficialmente il ritiro dei Paesi Bassi dalla competizione, motivandolo con la «progressiva limitazione della libertà di stampa» e l’«uso propagandistico» fatto da Israele nel contest del 2025, dove ci fu la partecipazione di Yuval Raphael con il brano “New Day Will Rise”. David van Weel, dimissionario ministro degli esteri olandese, ha definito la decisione un “atto politico”, ricordando però come essa spetti all’emittente e non al governo. La risposta dell’esecutivo israeliano non si è fatta attendere. Izchak Sonnenschein, ex capo della delegazione israeliana all’Eurovision, ha definito la scelta dell’Olanda “una delusione maggiore” rispetto ad altri boicottaggi, sottolineando il legame storico tra i due Paesi.
All’appello anche la Spagna e i paesi dell’Europa del Nord: il ministro spagnolo della Cultura Ernest Urtasun ha parlato dell’Eurovision come di un “mezzo di legittimazione politica”, esprimendo forti dubbi sulla partecipazione israeliana, mentre in Finlandia e in Norvegia petizioni e appelli della società civile chiedono l’esclusione di Israele dalla gara. Nel frattempo, l’emittente austriaca ORF, in qualità di Paese ospitante, ha difeso la partecipazione israeliana, respingendo le richieste di esclusione. Tuttavia, la decisione finale spetta solo all’EBU, che si trova ora davanti a un difficile dilemma. I precedenti per l’esclusione di Israele dall’Eurovision non mancano: ricordiamo infatti che nell’edizione del 2022, in seguito all’invasione dell’Ucraina, la Russia era stata esclusa dall’evento. Escludere o meno Israele dal palco della Stadthalle Arena potrebbe rappresentare quindi un’importante decisione e presa di posizione politica da parte dell’intera Europa.
Questo caso non è l’unico che rende evidente come la musica sia un “affare politico”. Basti pensare a quanto successo lo scorso anno sul palco del festival di Sanremo 2025, dove le cantanti Noa e Mira Awad, artiste rispettivamente israeliana e palestinese con cittadinanza israeliana, si sono esibite in un duetto nel nome della pace. L’esibizione è stata criticata aspramente e ritenuta “inappropriata” per via della provenienza delle due cantanti, sostanzialmente entrambe israeliane. Alle critiche si è aggiunto anche l’artista Ghali, che, nel 2024, aveva portato sul palco dell’Ariston un messaggio di “stop al genocidio”, sollevando un caso politico che ha portato all’intervento diretto della RAI, esprimendo “solidarietà al popolo di Israele”.

Dichiarazioni di questa natura non avvengono però solo sui palchi italiani; dal gennaio 2024 la band americana Green Day ha stabilmente cambiato il testo della loro canzone “American Idiot”. Billie Joe Armstrong, frontman del gruppo, al posto della frase “I’m not a part of the redneck agenda” canta “I’m not a part of the MAGA agenda”, dove MAGA sta per “Make America Great Again”, lo slogan utilizzato dal presidente Trump durante la sua campagna elettorale. Il gruppo ha subito aspre critiche dall’intero mondo repubblicano americano, e sono stati esortati a tenere la politica “fuori dalla loro musica”. Tuttavia, in un momento storico come questo, diventa sempre più difficile, se non impossibile, “tenere fuori la politica”, dalla musica e dall’arte in generale, che, anzi, se ne fa espressione massima e sfida tutti noi a prendere delle posizioni e a non “nasconderci” dall’inarrestabile flusso della storia.
A cura di Alessandro Iorio
Fonti:
• Skytg24 – Eurovision 2026, l’Olanda si unisce al boicottaggio contro Israele, 13/092025 –tg24.sky.it/spettacolo/musica/2025/09/13/eurovision-2026-israele-olanda
• Cosmopolitan – “Tutto quello che sappiamo sull’Eurovision 2026, tra anticipazioni e dibattiti” di Anna Carla Zucca, 15/09/2025 – https://www.cosmopolitan.com/it/lifestyle/musica/a66099492/eurovision-2026-paesi/
• La Repubblica – I Green Day contro Trump in diretta tv: “Non farà mai grande l’America”, 02/01/2024 –https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2024/01/02/news/i_green_day_contro_trump_in_diretta_tv_non_fara_mai_grande_lamerica-421796878/
• La Repubblica – Ghali, il post polemico sull’esibizione di Noa e Mira Awad a Sanremo: “Ditemi che è uno scherzo”, 12/02/2025 – https://www.repubblica.it/spettacoli/dossier/festival-di-sanremo/2025/02/12/news/ghali_post_sanremo_noa_mira_wad-423998435/