Πάθει μάθος. Con due semplici parole, risalenti al 458 a.C., Eschilo è riuscito a sintetizzare qualcosa che per molti è ancora oggi un tema difficile da affrontare: la conoscenza attraverso la sofferenza.
A volte, ignoriamo le nostre fragilità, convinti che sia la via migliore per affrontare la vita, per essere persone forti.
Questa pretesa non ci permette di soffermarci sul dolore, perché affrontarlo sembra una perdita di tempo, oppure, più spesso, perché ci fa paura e non sappiamo da dove iniziare.
Ma è una forza effimera, superficiale, che irrigidisce; tutto ciò che è profondo, il nucleo, è sensibile e debole. Lasciarsi andare alla debolezza significa permettersi di essere morbidi, malleabili, quindi di cambiare.
Attraversare le proprie sofferenze è ciò che ci permette di entrare nella nostra profondità, di conoscere il nostro nucleo e di raggiungere un livello superiore di consapevolezza di sé.
Oggi, fortunatamente, la sofferenza non viene più evitata o nascosta come un tempo. Internet ha contribuito notevolmente a far uscire il benessere mentale dall’ombra dello stigma, grazie alla sensibilizzazione su questi temi portata avanti sui social, da professionisti e non.
Ma grazie a internet non è cambiata solo la percezione della psicoterapia, ma anche le sue modalità.
Negli ultimi anni si sono diffuse piattaforme di psicoterapia online, che annullano le distanze e ottimizzano i tempi, presentandosi quindi come una valida alternativa, in un mondo sempre più veloce, alla terapia tradizionale in presenza.
Non solo, spesso queste piattaforme offrono servizi a un prezzo più basso.

Pubblicità in televisione, sui social, per strada. La terapia non è più esclusivamente una pratica riservata a studi privati o servizi sanitari, ma viene presentata come un servizio accessibile, immediato, talvolta persino “promozionabile” attraverso codici sconto o pacchetti.
Questa evoluzione accende la miccia del dibattito: la crescente esposizione della salute mentale rappresenta una sua mercificazione, o al contrario, una forma di democratizzazione?
Da un lato, l’uso di tecniche di marketing rischia di svilire la professionalità degli psicologi, riducendo la complessità del disagio psichico a un prodotto tra tanti, soggetto alle logiche del consumo.
Dall’altro lato, però, proprio queste strategie possono abbattere barriere economiche e culturali, consentendo a persone che altrimenti non avrebbero avuto accesso alla terapia di avvicinarsi a un percorso psicologico.
Non è quindi facile distinguere tra ciò che è discutibile e ciò che è innovativo, la linea di confine appare labile, e su questo equilibrio si gioca una parte importante del dibattito sulla salute mentale.
Nell’Ottobre 2024, Unobravo ha lanciato una campagna pubblicitaria intitolata “Piacere di conoscermi”, in collaborazione con Chilly, che regalava, con l’acquisto di 10 € di prodotti di igiene intima, due sedute di terapia.
Il nesso tra le due realtà voleva essere proprio l’intimità, ma è apparso a molti forzato e inopportuno. Questa associazione di percorsi di terapia all’acquisto di beni di largo consumo ha provocato la preoccupazione dell’Ordine degli Psicologi, che ha reagito mandando una lettera ad Unobravo in cui ne chiedeva il ritiro.
Secondo l’Ordine, questa strategia di marketing si poneva in contrasto con l’articolo 4 del Codice Deontologico, in quanto metteva in discussione il diritto all’autodeterminazione ed all’autonomia dei pazienti, poiché “il servizio psicologico offerto è incardinato in una dimensione commerciale che induce al consumo, più che sostenere la libertà di scegliere.”

La lettera si conclude invitando “a riflettere sulle responsabilità sociali di chi sceglie di operare nel settore della salute, a contatto con la sofferenza umana, e dovrebbe quindi ispirarsi a principi di beneficità ed equità sociale, in cui le persone sono prima di tutto un fine, e non un mero mezzo di profitto.”
Forse, allora, la vera democratizzazione della salute mentale non passa solo dall’accessibilità del servizio. La cura della propria sofferenza non può ridursi a un prodotto da comprare, né la conoscenza della propria intimità può essere guidata dalle logiche del consumo. È un cammino che dovrebbe restare umano e personale, affidato a professionisti liberi dalle tentazioni del profitto.
A cura di Chiara Scudieri
Fonti:
http://www.poesialatina.it/_ns/greek/testi/Aeschylus/Agamemnon.html
https://www.ilpost.it/2025/09/18/psicologia-marketing-unobravo-serenis/