Riforma della giustizia, Calenda si schiera con la maggioranza

Giovedì 30 ottobre, il Senato ha votato a favore della riforma costituzionale sulla giustizia con 112 sì, 59 no e 9 astensioni. Il risultato in sé non è così sorprendente dato che era già stata approvata nelle tre letture precedenti. A sorprendere, invece, è la posizione del partito di Carlo Calenda, Azione. Infatti Calenda e il suo partito si sono schierati a favore della riforma contro il resto dell’opposizione fortemente contrari alla separazione delle carriere. Tuttavia non è una novità che il leader romano sia vicino ad alcune posizioni del governo che porta a chiedersi se Azione sia la carta jolly alle politiche del 2027.

Lo stesso Calenda sembra voler rendere evidente questa sua svolta conservatrice non solo nelle scelte politiche ma anche a parole. Quando messo davanti a una scelta tra Schlein e Meloni rispose senza esitazione: “Meloni, mi sta più simpatica”. Nella stessa intervista a Rainews 24 disse che sarebbe felice di accogliere in un’ipotetica formazione liberal democratica il ministro Antonio Tajani che definì: “una persona con cui condivido delle cose e con cui si può parlare” ed elogiò altri esponenti del governo come Crosetto e Giorgetti. Questa svolta a destra non è solo retorica ma si riflette anche nelle azioni politiche. Calenda, infatti, non ha supportato il candidato di centro sinistra Giani in Toscana, sostenendo il commissario cittadino lucchese Elvio Cecchini, apprezzato, tra gli altri, da Casapound.

Dice di condividere delle visioni con Tajani ed effettivamente anche in politica estera Azione e il governo sembrano allineati soprattutto riguardo alle posizioni su Trump e l’alleanza atlantica. Calenda si definisce un convinto atlantista e si schiera con il governo che supporta gli sforzi della Casa Bianca al contrario del resto dell’opposizione che guarda con occhi più critici la NATO e il presidente americano.

Anche rispetto alla politica economica traspare una certa vicinanza. Nella legge di bilancio, infatti, torna Industria 4.0, riforma industriale varata da Calenda nel 2016 quando ricopriva il ruolo di ministro dello sviluppo economico nel governo Renzi.

Insomma le sensazioni sembrano confermate nei fatti: politica interna, politica estera e buoni rapporti con i membri del Governo l’inizio di una perfetta unione tra Azione e le altre forze di maggioranza in vista delle prossime politiche. Inoltre, gli ultimi sondaggi rivelano che un’unione tra il partito di Calenda e la maggioranza porterebbe la coalizione di centrodestra al 52%. Una coalizione con l’aggiunta di Azione sancirebbe la fine di ogni possibilità di vittoria per il centro sinistra, però ancora non si capisce se questo matrimonio s’ha da fare. Tanto è vero che nello scorso mese è stata annunciata la formazione di un nuovo partito unico “riformista, liberale e popolare” tra Calenda e il segretario del neonato partito Liberal Democratico Marattin, ex membro di Italia Viva, che non sembra voler schierarsi con nessuna della due principali coalizioni. Hanno dichiarato in conferenza stampa che non si può star nè con la sinistra che ha compiuto “un’inspiegabile deriva populista” nè con la destra “sovranista”. Sulla Meloni, Calenda è stato duro dicendo che “ha vinto facendo niente, tiene solo i conti in ordine”.

Carlo Calenda è un politico di difficile lettura, a volte inappropriato, sicuramente divisivo e intrinsecamente bastian contrario. Inoltre il suo partito e le sue posizioni un po’ ambigue lo rendono una possibile preda per accaparrarsi consensi a poco più di un anno dalle politiche. Liberale, riformista e atlantista, incarna tante cose ma non vuole associarsi con niente, ne con la destra né con la tanto odiata sinistra, neppure con Renzi, proprio con nessuno. Tuttavia se vuole tornare ad essere attivo e mettere in atto le riforme che ha in mente non potrà limitarsi a candidarsi con Marattin ma dovrà scegliere dove stare. Le sue dichiarazioni e azioni recenti sembrano tendere verso il centrodestra che incarna molti valori di cui si fa portavoce ma che allo stesso tempo critica per il suo immobilismo. In questo momento Calenda è tutto e niente e adesso bisogna aspettare e vedere chi riuscirà a convincerlo e con chi si schiererà con l’inizio della campagna elettorale.

A cura di Giovanni Manassero

Fonti:

https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2025/10/31/senato-riforma-giustizia

https://www.ilfoglio.it/politica/2025/10/09/news/nasce-il-partito-unico-riformista-liberale-e-popolare-di-calenda-e-marattin-8186412/

https://www.repubblica.it/politica/2025/10/31/news/sondaggi_politici_forza_italia_lega-424951336/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/30/calenda-meloni-schlein-centrodestra-oggi/8178694/

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