Soldi, soldi, soldi. Questi sono i pensieri felici di Zio Paperone ogni giorno. Ma per noi persone comuni, i soldi fanno veramente la felicità? È complicato rispondere a questa domanda senza essere giudicati: se la risposta è “sì” vieni denigrato per essere troppo materialista, attaccato al vile danaro; ma se invece la risposta è “no”, verrai considerato troppo idealista, uno che campa di sogni e di aria. Allora esiste una risposta giusta a questa domanda? Saremmo degli ipocriti a negare l’importanza che il denaro ha nelle nostre vite: banalmente ci permette di fare la spesa, la benzina, pagare la retta universitaria, etc. Quel banalmente, però, non è poi così banale nel momento in cui fare la spesa diventa un problema, non riesci a comprare i libri di scuola per i tuoi figli o a pagare una visita medica. La verità? I soldi spesso influenzano considerevolmente la nostra serenità; la paura di non arrivare a fine mese genera un’ansia e uno stress costanti nelle persone, per non parlare dei debiti: secondo un’indagine ISTAT del 2024, un italiano su due ha mediamente un debito privato di 35.000 euro. La soluzione? L’educazione finanziaria.

Che cos’è l’educazione finanziaria? La maggior parte degli studenti italiani non saprebbe rispondere a questa domanda; lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze afferma che il nostro Paese “ha un basso livello di alfabetizzazione finanziaria, non adeguato alla complessità delle scelte da effettuare nel quotidiano e durante l’arco della vita”. La causa di questo analfabetismo è infatti la mancanza di lezioni – o meglio ancora di una materia – a scuola, e la dispersione e inaffidabilità dei contenuti su Internet e sui social media. Perciò ho deciso di non affidarmi a qualcuno di virtuale, ma a persone reali, che vivono e lavorano ogni giorno in questo mondo: ho intervistato 20 consulenti finanziari iscritti all’albo, under 40, chiedendo il loro punto di vista sull’educazione finanziaria in Italia.
In primis, desidero chiarire la definizione dell’argomento trattato: l’educazione finanziaria è la conoscenza di tutti gli strumenti e i concetti necessari a una corretta pianificazione del proprio futuro finanziario; ciò non significa solo apprendere il concetto di rischio/rendimento in relazione a un orizzonte temporale, oppure sapere la differenza tra azioni e obbligazioni, o ancora conoscere tutti i fondi di investimento. La finanza non è solo numeri, ma prima di tutto persone: perciò è necessario comprendere quanto la nostra personalità e la nostra sensibilità al rischio, insieme con i nostri obiettivi, influiscano sulle nostre scelte finanziare. Pianificare il proprio futuro finanziario dovete immaginarlo come farsi fare un abito su misura: il compito del consulente finanziario, come quello di un sarto certosino, è comprendere i nostri gusti e le nostre esigenze.
Riguardo la situazione in Italia, quasi tutti concordano con quanto anticipato precedentemente: nonostante alcuni percepiscano lievi miglioramenti, nel nostro Paese manca un’educazione finanziaria, a partire dalle scuole. La maggior parte degli intervistati, infatti, afferma di essersi avvicinata a questo mondo tramite l’università o il lavoro, oppure pochi fortunati attraverso la famiglia; alcuni hanno affermato di rimpiangere il fatto di non esserne venuti a conoscenza prima, ad esempio alle scuole superiori. Interessante è la risposta ricevuta su a che età si dovrebbe iniziare l’educazione finanziaria: alcuni affermano che dovrebbe partire già dalle scuole elementari, con ovviamente un personale qualificato. Riflettendoci bene, in realtà anche i nostri genitori giocano un ruolo fondamentale nella nostra educazione finanziaria: un consulente ha affermato di aver imparato la gestione dei propri risparmi attraverso la paghetta, che all’inizio spendeva subito ma che poi ha imparato a gestire nel lungo periodo. Alle superiori, invece, sempre secondo lo studio svolto, bisognerebbe introdurre almeno un’ora a settimana, non solo con l’obiettivo di istruire i ragazzi, ma anche per combattere la disinformazione generale e la informazione imprecisa dei social media, che spesso sono inaffidabili e dove è facile incappare nei “fuffa guru”.

Un consiglio che voglio lasciarvi e che ho imparato dal confronto con questi professionisti: all’inizio pensavo ingenuamente che la gestione del patrimonio e la sua pianificazione fosse qualcosa che riguardava solo persone molto benestanti, con grossi capitali da investire. Non potevo essere più nel torto: tutti possono farlo e chiunque può farsi affiancare da un professionista. Difatti, nel momento in cui teniamo il conto delle nostre spese e dei nostri risparmi stiamo già facendo, nel nostro piccolo, pianificazione; il segreto, però, sta nel considerare i risparmi non come gli “avanzi” del mese, bensì come una spesa fissa.
Ritornando alla domanda da cui è iniziata tutta questa riflessione: quindi i soldi fanno la felicità? Forse il denaro non fa la felicità, ma l’ignoranza finanziaria nemmeno. Per questo, la prima scelta finanziaria consapevole che possiamo prendere è istruirsi.
A cura di Sara Rossi