Per anni Algeria e Vietnam sono rimasti partner silenziosi, legati da una storia comune di solidarietà post-coloniale, ma lontani nei fatti, separati da migliaia di chilometri e da agende economiche molto diverse. Oggi, però, qualcosa è cambiato. Complici le nuove tensioni globali, la corsa alle materie prime e la ricerca di alleati al di fuori dei tradizionali blocchi geopolitici, nel novembre 2025 Algeri e Hanoi hanno deciso di compiere un salto di qualità: trasformare una relazione dormiente in un Partenariato Strategico destinato a ridefinire il loro ruolo in Africa e in Asia.
Non si tratta di un accordo di facciata, ma di un progetto ambizioso che punta a unire le capacità industriali e tecnologiche del Vietnam con le risorse energetiche e le ambizioni di modernizzazione dell’Algeria. Una scommessa che potrebbe cambiare gli equilibri del Sud globale e che comporta, inevitabilmente, opportunità enormi e sfide altrettanto impegnative.
Vietnam e Algeria vantano una relazione radicata nella solidarietà mediatica delle loro storie di liberazione. L’amicizia tra i due popoli si è consolidata negli anni e ora si trasforma in un progetto condiviso di sviluppo sostenibile. Secondo l’ambasciatore vietnamita ad Algeri, Tran Quoc Khanh, entrambi i Paesi condividono “l’aspirazione a uno sviluppo prospero e sostenibile”: il Vietnam punta a diventare un paese a industria moderna entro il 2030 e ad alto reddito entro il 2045. L’Algeria, da parte sua, ambisce a emergere come economia in crescita entro il 2027.
Durante la visita del premier vietnamita si è riaffermato il ruolo essenziale del Comitato Intergovernativo Vietnam – Algeria, organismo attivo già da anni e giunto alla sua 13esima riunione tra il 16 e il 17 novembre 2025. In base all’accordo congiunto, sono previsti sottocomitati su investimenti, energia, industria, agricoltura e trasformazione digitale, per garantire un dialogo permanente e operatività concreta nei progetti. Inoltre, Vietnam e Algeria si impegnano su una cooperazione politico-diplomatica rafforzata: più scambi di delegazioni ad alto livello, consultazioni regolari e strumento di dialogo strategico su sicurezza e giustizia. Sul piano multilaterale, entrambi sostengono il valore del Sud-Sud. Il Vietnam appoggia la riforma della governance globale e vede nel rafforzamento del legame con l’Africa (tramite l’Unione Africana) un’opportunità strategica.
L’economia è al centro di questo nuovo partenariato. Nel comunicato ufficiale, i due governi dichiarano che commercio, investimento e finanza saranno “pilastri motori” della cooperazione strategica. Le parti puntano a diversificare gli scambi, con un ampio ventaglio di beni: prodotti agricoli (riso, tè, banane), pesce, tessuti, materie elettroniche, minerali, fertilizzanti, materiali da costruzione, e idrocarburi. In parallelo, è prevista l’apertura di negoziati per un accordo commerciale preferenziale (FTA): l’obiettivo è ridurre gradualmente barriere tariffarie e non-tariffarie tra i due Paesi. Verrà istituito un “Business Working Group Vietnam – Algeria” entro tre mesi, per rafforzare le relazioni tra imprese, facilitare investimenti e condividere competenze finanziarie e bancarie. Infine, si prospetta la cooperazione nei trasporti: con l’obiettivo di avviare voli diretti, potenziare il turismo e migliorare la logistica tra Nord Africa e Sud-Est asiatico.
Uno dei pilastri più strategici riguarda l’energia. Algeria e Vietnam intendono rafforzare la collaborazione tra Sonatrach (compagnia algerina) e Petrovietnam, sia nell’esplorazione di petrolio e gas sia nello sviluppo di progetti chimici e minerari.
Questo impegno si inserisce in un contesto più ampio: l’Algeria, infatti, ha annunciato investimenti importanti nel settore energetico, con piani per rinnovare la produzione di idrocarburi e potenziare le fonti rinnovabili. Sul fronte minerario, i due Paesi prevedono ricerca congiunta su risorse strategiche e tecnologie per valorizzare i giacimenti locali.
La collaborazione non è solo economica. Vietnam e Algeria hanno deciso di rafforzare lo scambio culturale, sportivo e accademico. Sono previsti programmi di istruzione congiunta, ricerca scientifica, training tecnico e scambi tra università. Particolare rilievo ha il progetto di costruzione di un “ecosistema Halal”: l’Algeria offrirà supporto per certificazioni, formazione e competenza tecnica, utile anche per le imprese vietnamite che operano su mercati globali. Inoltre, si punta a una maggiore cooperazione locale: ad esempio tra la provincia vietnamita di Dien Bien e la provincia algerina di Batna, con progetti di sviluppo urbano, gestione territoriale e formazione.
Il rafforzamento dei rapporti tra Algeria e Vietnam apre una serie di opportunità concrete per entrambe le economie. Per Algeri, abituata a basare la propria crescita quasi esclusivamente sugli idrocarburi, la collaborazione con Hanoi rappresenta una chance reale di diversificazione: non solo energia, dunque, ma anche tecnologia, industria e agricoltura sostenibile. Allo stesso tempo, il Vietnam vede nell’Algeria una porta d’ingresso privilegiata verso l’Africa francofona, mentre l’Algeria può beneficiare del know-how asiatico, soprattutto nei settori industriali in cui il Vietnam è diventato altamente competitivo.
Naturalmente, non mancano le sfide. La distanza geografica rimane un ostacolo concreto, in quanto la logistica, i trasporti e i costi rappresentano variabili che pesano sulle imprese e sulle amministrazioni. A questo si aggiunge la necessità di aggiornare il quadro normativo e commerciale che regola gli scambi, con la modernizzazione dell’accordo di libero scambio che richiederà negoziazioni complesse su tariffe e regolamenti, oltre a un coordinamento amministrativo non scontato. Anche il contesto politico avrà il suo peso, cruciale per la riuscita dei progetti sarà infatti la capacità dell’Algeria di garantire stabilità e una buona governance. Infine resta il nodo dei finanziamenti, soprattutto per i programmi infrastrutturali ed energetici, che richiedono capitali ingenti e continuità nel tempo.
Algeri e Hanoi stanno creando qualcosa che, fino a pochi anni fa, sarebbe stato improbabile, ossia un corridoio Sud – Sud capace di connettere il Mediterraneo africano con l’ASEAN. Algeria e Vietnam condividono qualcosa di fondamentale, la volontà di non dipendere da un’unica sfera di influenza. La loro cooperazione invia un segnale soprattutto a tre attori. In primo luogo, alla Cina. Hanoi intende bilanciare l’ingombrante presenza economica cinese in Asia, e l’Algeria offre un partner alternativo per investimenti e scambi.
Un secondo attore indirettamente interessato è l’Unione Europea. Algeri sta riducendo la sua esposizione all’UE puntando su relazioni più variegate, un legame con il Vietnam rafforza la sua autonomia negoziale. Infine, gli Stati Uniti guardano con interesse ai movimenti del Vietnam, alleato nella competizione con la Cina. Un suo maggiore radicamento in Africa introduce dinamiche nuove e difficili da controllare.
Il risultato sembra dunque essere un partenariato che permette ai due Paesi di muoversi con più libertà tra le grandi potenze, negoziando da posizioni più forti. Il rafforzamento della relazione algerina – vietnamita potrebbe costituire un test importante per una domanda cruciale: i paesi del Sud globale possono davvero costruire modelli di cooperazione paritaria, senza replicare dinamiche neocoloniali?
Se Algeria e Vietnam riusciranno a trasformare i protocolli firmati in progetti reali, passando dalle dichiarazioni ai progetti, questo asse potrebbe diventare un esempio per altre nazioni emergenti, aprendo la strada a un nuovo modo di fare diplomazia: meno gerarchico, più orizzontale e orientato alla modernizzazione reciproca. C’è bisogno di attuare gli accordi, coinvolgere il settore privato, mobilitare investimenti e aprire il processo anche alla società civile. Solo così il partenariato potrà prendere forma concreta e non restare sulla carta.
A cura di Francesco De Paolis
FONTI
The Journal 