Incantevole per quanto unico, il Capodanno cinese è speciale ed è una festività famosa ormai in tutto il mondo.
Perché si chiama Capodanno lunare o cinese?
La festività si chiama Capodanno lunare perché segue il calendario lunisolare i cui mesi sono cicli lunari. In Asia orientale si individua la data seguendo il calendario cinese ed è per questo che molto spesso nel mondo ci si riferisce alla festività chiamandola Capodanno cinese, pur venendo celebrata non solo nella Repubblica popolare cinese ma anche altrove.
Dove si festeggia?
Il Capodanno lunare si celebra in gran parte dei paesi dell’Asia orientale, seppure molto spesso con tradizioni, rituali e simbologie diverse. Oltre alla Cina continentale, si festeggia ovviamente anche a Taiwan, il cui nome ufficiale è d’altronde ancora Repubblica di Cina e ha talvolta preservato persino tradizioni più antiche della cultura cinese. Fuochi d’artificio anche in Corea del Sud e in Vietnam. Non in Giappone, che ha abbandonato la tradizione già nel 1873.
Quando si festeggia?
Si festeggia ogni anno tra il 21 gennaio e il 20 febbraio del calendario gregoriano. Per il 2023 cade molto presto, domenica 22 gennaio.

Qual è la sua storia?
In ogni luogo ci sono racconti diversi. Il Capodanno cinese ha una storia di circa 3.500 anni. Si ritiene che possa aver avuto origine nella dinastia Shang (1600-1046 a.C.), quando le persone tenevano cerimonie sacrificali in onore di divinità e antenati all’inizio o alla fine di ogni anno. Era diventata soprattutto un’usanza per benedire i raccolti al volgere del cambio delle stagioni. Nel corso dei secoli si aggiungono nuove tradizioni, come quelle di mandare biglietti di auguri, consegnare torte e soldi ai parenti.
Come si festeggia?
La notte dell’ultimo dell’anno è caratterizzata da un ricco banchetto. Dopo cena, è tradizione comune andare nel tempio più vicino. Anche per i tanti non religiosi, in molti casi si tratta più di un rito che di un atto di fede. Le celebrazioni si snodano poi lungo ben 15 giorni, con un calendario più denso nei primi giorni. A partire dal Capodanno vero e proprio, noto come Festa di primavera in cui si è chiamati all’accoglienza delle divinità del cielo e della Terra a mezzanotte. È una pratica tradizionale quella di accendere fuochi d’artificio, bruciare bastoncini di bambù e petardi. Ci sono poi (anche all’estero) gruppi di danza del leone, nati per allontanare gli spiriti maligni. È il giorno anche in cui si scambiano le buste rosse.
E sempre il rosso è il colore fortunato, che nel periodo delle festività campeggia davvero ovunque. Il secondo giorno prevedeva un tempo che le figlie sposate facessero visita ai genitori, perché solite restare in compagnia delle famiglie dello sposo. Ora è prassi comune fare un anno a testa: una volta dalla famiglia dello sposo, la volta successiva da quella della sposa. Le tavolate sono spesso immense. Si tratta di un periodo tradizionalmente prospero per i botteghini delle sale cinematografiche.

Che cosa si mangia?
Davvero di tutto, a seconda del paese o della regione in cui ci si trova. Dai piatti di carne (in particolare maiale e pollo) a quelli di pesce. Dall’hot pot alle carni stagionate in cera come l’anatra e la salsiccia cinese, fino ai frutti di mare. Molto quotati i ravioli e i granchi. Dipende davvero dalla zona, ognuna con le sue tradizioni culinarie. Una cosa è certa: si mangia tanto. E si beve altrettanto. In Cina continentale via libera al baiju, a Taiwan quasi impossibile non imbattersi in una bottiglia di kaoliang, il liquore di sorgo prodotto soprattutto a Kinmen, piccolo arcipelago che si trova (nel punto più vicino) a 2 chilometri da Xiamen e dalla costa della Repubblica popolare.
Il primo giorno del nuovo anno è dedicato all’accoglienza e al benvenuto delle divinità benigne del Cielo e della Terra. Ancor più importante, questo giorno è altresì dedicato alla visita di parenti e amici stretti, e soprattutto dei genitori e dei nonni, nel secondo giorno le donne sposate sono solite fare visita ai loro genitori; questo è un evento particolarmente lieto dato che, nella Cina tradizionale, le donne dopo il matrimonio incontrano i genitori solo di rado. Inoltre, è tradizionale il culto dei defunti, che vengono onorati con preghiere con l’accensione di incensi e candele.
Il terzo e il quarto giorno del nuovo anno si trascorre solitamente a casa, astenendosi dal fare visita o dall’incontrare parenti e amici. Questo sia per questioni scaramantiche, in quanto è credenza comune che i litigi siano più facili in questi giorni
Il quinto giorno è considerato la data di nascita del Dio cinese del denaro e della ricchezza; a Taiwan solitamente gli uffici e gli esercizi commerciali riaprono in questo giorno, tra grandi festeggiamenti di buon auspicio per gli affari.
Il settimo giorno del nuovo anno si celebra la ricorrenza del renri (人日), il giorno della creazione dell’uomo. È considerato una specie di compleanno comune, in cui ogni persona diventa più vecchia di un anno. Si è soliti festeggiarlo mangiando il tradizionale Yusheng (鱼生S, yúshēngP), una sorta di insalata di pesce crudo, in compagnia degli amici.
Il nono giorno è dedicato al culto dell’imperatore di Giada del Cielo nel canone taoista a cui vengono offerte preghiere.
Il quindicesimo giorno, è il giorno del Yuánxiāo jié (元宵节), che conclude le festività. La ricorrenza principale è la festa delle lanterne, durante la quale le famiglie escono per le vie cittadine con in mano lanterne accese e colorate. Fuori dalle case si accendono candele, per guidare gli spiriti beneauguranti alle abitazioni.
A cura di Michele Baldo