Chi è Andrea Papi, il giovane ucciso da un orso:
Andrea Papi aveva 26 anni, abitava in Val di Sole, Trentino-Alto Adige ed era laureato in Scienze Motorie. Grande appassionato di sport, sui Social Network condivideva spesso foto e video delle sue escursioni in montagna e nei boschi.
La dinamica della morte di Papi e i suoi ultimi video
La sua passione per le escursioni nella natura e lo sport in generale sono necessarie a conoscere la dinamica del decesso di Andrea Papi. Il 26enne, due giorni fa, il 5 aprile 2023, come di consueto, aveva deciso di andare a correre nella zona che dal fondo della Val di Sole risale il monte Peller. La sua attività di Jogging è durata circa 1 ora e Papi si è fermato presso il malgma Grum. Da quel momento non si sono più avute notizie del giovane. Non è ancora chiaro l’orario preciso della sua morte. Sicuramente alle 17.30 era ancora vivo in quanto è stata pubblicata la sua ultima storia sul Instagram: un video del panorama con la parola “Peace”. Prima, però, Andrea Papi aveva inviato un video alla madre dell’alpeggio già privo di neve.
Il ritrovamento del corpo: disposta l’autopsia
La scomparsa di Andrea Papi è stata denunciata alle 19.00 circa dalla fidanzata. Il 26enne non era reperibile da alcune ore ed era atteso per cena. Le forze dell’ordine hanno immediatamente iniziato le ricerche nei boschi. Alle 3.00 di notte circa, però, c’è stato il drammatico ritrovamento del cadavere di Andrea Papi. Sul corpo c’erano segni di aggressione e subito si è pensato ad un orso.
Sulla salma è stata disposta l’autopsia per stabilire l’ora del decesso, la causa e a quale animale si debbano attribuire le ferite.
Scontro tra gli animalisti e le istituzioni
Si pensava che l’animale che ha aggredito Andrea, con altissima probabilità sarà abbattuto. Su questa soluzione hanno espresso dubbi e indignazione gli animalisti. Dal giorno in cui è morto Andrea Papi c’è stato un braccio di ferro, che continua ad andare avanti, tra Alessandro Piacenza, responsabile fauna selvatica di Oipa (associazione per la protezione animali), e Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento.
Chi è l’orsa JJ4
L’orsa JJ4 è uno degli esemplari di orso bruno che discendono da due dei 9 individui, 3 maschi e 6 femmine, che furono reintrodotti tra il Trentino occidentale e le province di Bolzano, Brescia, Sondrio e Verona nell’ambito del progetto Life Ursus, avviato nel 1996 per la tutela della popolazione di orso bruno del Brenta, finanziato dall’Unione Europea.
L’orsa JJ4 responsabile di un altro attacco nel 2020
C’è da dire che, era il dicembre del 2020 quando il Consiglio di Stato stabilì definitivamente che l’orsa JJ4, madre di tre cuccioli, doveva restare libera.
La vicenda giudiziaria per l’orsa rivelatasi la protagonista dell’attacco mortale della settimana scorsa ai danni del giovane Andrea Papi, era nata da un episodio avvenuto nel giugno 2020, anche in quel caso sul monte Peller: JJ4, oggi 17 anni, fu individuata con i test genetici come responsabile dell’attacco a due cacciatori, padre e figlio, che rimasero feriti.
Cattura dell’orsa
Nel corso della conferenza stampa tenuta dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, è stato spiegato che l’orsa è stata presa grazie a una trappola tubo, utilizzando come esca della frutta. Insieme a lei, sono finiti nella gabbia due dei tre cuccioli con cui Jj4 si muoveva.
L’orsa Jj4 è stata catturata grazie alle mele. Alle 23 dell’altra notte è entrata nella trappola a tubo riempita di frutta insieme a due cuccioli. Il meccanismo è scattato. Un altro dei suoi cuccioli è rimasto fuori ad aspettare
Attualmente l’orsa ‘Jj4’ si trova presso il centro faunistico del Casteller a Trento Sud dove già si trova ‘M49’, l’esemplare ‘globetrotter’, autore di fughe e soprannominato ‘Papillon’ dall’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa
E’ ancora incerto l’abbattimento dell’orsa JJ4, quello che possiamo dire, è che siamo davanti a una tragedia che non si verifica da 150 anni, e che la vita, purtroppo, per una causa o l’altra, può finire da un momento all’altro.
A cura di Michele Baldo
The Journal 