#maipiùmozziconi: Luiss Festival 4 Sustainability

Spegnere, gettare, calpestare.

Un ragazzo sorrise, contento di ripetere quell’azione con la sigaretta tra le dita venti, trenta, quaranta volte al giorno. Il suo sorriso si deformò in un ghigno, quando buttò un mozzicone tra i sanpietrini di Roma e lo vide accartocciarsi, emanare un odore sgradevole ed annerire l’antico acciottolato.

Ora, da adulto, boccheggia sul lettino in terapia intensiva in cerca di ossigeno.

Ora, da adulto, costretto a letto, ha modo di riflettere sul suo passato.

Ora, da adulto, ripensa all’ultima volta che aveva visto il Colosseo, nero come la pece per lo smog, e quindi a quel mozzicone, con cui aveva deturpato l’antico suolo della Capitale.

Qui si racconta la sensazione di insoddisfacente appagamento che il danno all’ambiente attraverso il gettare mozziconi di sigaretta ha instillato nella vita di questo fumatore incallito.

Gettare un mozzicone di sigaretta sembra così facile e conveniente nell’immediato. Il ragazzo facendolo si sentiva libero e padrone del mondo. Ma poi il tempo è passato e il conto si è presentato, come l’umanità che per anni ha ignorato gli effetti del cambiamento climatico e che, dopo il nulla di fatto di Kyoto e di Parigi, ne subisce ora i drammatici effetti.

Gettare un mozzicone di sigaretta sul suolo pubblico è un’azione che si ripete nel tempo, una vera e propria dipendenza, che corrode l’animo e danneggia l’ambiente.

La Terra è la tua casa, a casa tua faresti così?

A cura di Alessandro Bossi, Marco Celoro e Rocco Gabriele Di Cristofaro

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