Il dramma dell’aborto selettivo e della “son preference”.

Milioni di bambine mai nate

L’aborto selettivo di genere è un fenomeno che provoca la perdita di milioni di bambine. Questo accade soprattutto nei paesi in via di sviluppo, in cui gli stessi genitori decidono di ridurre il numero di bambine adoperando l’aborto. Il Rapporto sullo Stato della Popolazione Mondiale del 2020 indica che più di 140 milioni di donne sono considerate scomparse come conseguenza non solo dell’aborto selettivo di genere, ma anche della selezione del sesso postnatale.

La causa principale è la preferenza del figlio (son preference), e la svalutazione della bambina in quanto donna. Non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche in quelli molto poveri, le pressioni economiche e sociali, entrambe derivanti da disuguaglianze culturali nei ruoli di genere, inducono i genitori a prevenire la sopravvivenza delle bambine. Le bambine non hanno lo stesso “valore” dei bambini nel mondo del lavoro e questo porta i genitori ad abbandonarle o a ridurre le spese dei loro bisogni, non supportandole come si dovrebbe con conseguenti discriminazione e negligenza nei loro confronti. Le famiglie diminuiscono le spese mediche e quelle riguardanti l’istruzione non mandandole a scuola o comunque inducendo le bambine a smettere quasi immediatamente considerandola come una “perdita di tempo”. Questo porta come risultato di avere bambine prive d’istruzione, del diritto alla salute, di risorse economiche e malnutrite, vivendo nell’emarginazione[i]. Addirittura, ridurre le spese basilari (come alimentazione e spese mediche) può provocare la morte prematura di moltissime bambine (selezione del sesso postnatale), e in moltissimi casi, i genitori per evitare questo si avvalgono delle nuove tecnologie che permettono di individuare il sesso del feto e decidono di interrompere la gravidanza.

Selezione di genere, non un fenomeno nuovo

La selezione del genere del bambino non è un fenomeno recente, ma è da moltissimi decenni che si verifica. In passato, la preferenza del figlio portava all’abbandono o all’uccisione delle bambine. Queste “procedure” sono iniziate a cambiare dagli anni ‘80 con l’introduzione di tecnologie, come gli ultrasuoni, che hanno permesso ai genitori di conoscere il sesso del feto durante gli screening prenatali, portando a un forte uso dell’aborto soprattutto nei paesi in cui quali sono stati resi disponibili tali strumenti. Ciò non ha che accelerato gli squilibri del rapporto tra i bambini e le bambine in alcune parti del mondo. È importante sottolineare che queste tecnologie pur avendo introdotto un metodo alternativo per la selezione del sesso non costituiscono la causa principale del problema. Nei paesi in cui non si ha preferenza di genere dei figli, anche in presenza di queste tecnologie, non si ha alcuna tendenza all’uso dell’aborto selettivo di genere. Inoltre, la selezione del sesso postnatale continua a verificarsi sottolineando la forte discriminazione e l’abbandono delle bambine, e questo è evidenziato dal numero eccessivo di morti tra queste.

In molti paesi ancora una cruda realtà

In molti paesi le pratiche culturali dell’infanticidio femminile, la limitazione del cibo e delle cure mediche per le bambine e l’aborto selettivo di genere si sono scontrate seriamente con i principi biologici, distorcendo la composizione sessuale di alcune società. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che il rapporto naturale tra i sessi alla nascita è di circa 105 maschi su 100 femmine ma in paesi come la Cina e l’India vengono superati i 105 maschi arrivando a 119 in Cina e 130 nelle zone rurali, mentre 131 bambini in India ogni 100 bambine[ii]. In particolare, in Cina, questa situazione è conseguenza non solo di un problema culturale che porta i figli maschi a essere i “preferiti”, ma anche dell’introduzione della politica del figlio unico. Questa politica terminata nel 2015, voluta dal Partito Comunista per rallentare la crescita sproporzionale della popolazione, ha portato a gravi conseguenze come l’abbandono di neonate, gli aborti dei feti femmina e addirittura alla sterilizzazione[iii], dando priorità alla nascita del figlio maschio.  Per quanto riguarda l’India, la situazione è molto simile e questa forte disparità è dovuta soprattutto al fatto che la donna viene estremamente discriminata e si preferisce il figlio maschio per ragioni economiche e culturali, infatti avere una figlia, in questo paese, non è sempre economicamente sostenibile.

Già dagli anni Settanta era presente uno squilibrio tra bambini e bambine[iv].

Lo stato ha tentato di bloccare queste pratiche, e nel 1994 ha vietato la possibilità di sapere il sesso prima della nascita per scopi medici, questo però ha portato a delle conseguenze come la divulgazione illegale di test[v].

In più, in un sistema patriarcale come quello in India, in cui le donne a prescindere dalla loro età, vengono costantemente viste come un fardello. Per una famiglia avere una figlia significa portare sulle spalle un peso, poiché dovrà provvedere a dei costi molto alti anche solo dandola in sposa, poiché la famiglia dovrà offrire una dote che molto spesso porta all’indebitamento[vi]. Inoltre, la politica del ‘94 ha aumentato la discriminazione nei confronti delle bambine, considerandole non “volute”, e ha comportato una minore spesa sia sanitaria che di alimentazione nei loro confronti. Ulteriormente, le figlie non hanno il diritto di ereditare né il nome né la proprietà di famiglia e questo determina un’ulteriore perdita per il nucleo familiare. In più, dopo il matrimonio, la vita della sposa diventa di “proprietà” del marito, e tutte le decisioni riguardanti la vita della donna vengono prese dalla famiglia dell’uomo[vii], e nel caso in cui il marito viene a mancare, la moglie resta priva di qualsiasi diritto e senza nessuna proprietà[viii].

Conseguenze

Ovviamente, questa preferenza del figlio maschio e della svalutazione delle bambine (e donne) non fa che alimentare discriminazioni nei loro confronti, aumentando la violenza sessuale, le molestie, le violenze domestiche o il loro abbandono. Però, questo tipo di pratiche (aborto selettivo e selezione di genere) che portano a un forte dislivello tra donne e uomini hanno delle conseguenze non solo economiche ma anche sociali, avendo delle ripercussioni nell’incremento di crimini nei confronti delle donne come lo stupro o il traffico di essere umani. In Cina si prevede che nei prossimi anni molti uomini non si sposeranno mai. Un’analisi di Human Rights Watch[ix] ha portato alla luce una conseguenza grave di questa diminuzione di donne ossia il traffico di mogli dal Myanmar alla Cina. I trafficanti rapiscono le donne e ragazze vulnerabili che sono rimaste sfollate per il lungo conflitto che colpisce i territori del Myanmar al confine con la Cina. Questi trafficanti poi le vendono alle famiglie cinesi che disperatamente cercano una moglie per i loro figli. Ma queste ragazze saranno destinate ad essere rinchiuse per poi essere ripetutamente violentate con lo scopo di farle rimanere incinta di un figlio maschio che rimarrà nelle mani della famiglia. La ragazza, dopo aver partorito un bambino, potrà essere libera di scappare senza però portarsi dietro i figli.

Qualche cambiamento

Alcuni paesi hanno vietato o limitato l’uso delle moderne tecnologie per scopi di selezione del sesso. Per diversi motivi la situazione sta iniziando a cambiare, le bambine a poco a poco iniziano a essere accettate come ad esempio in Corea del sud in cui grazie ai movimenti femministi unitamente alle leggi sulla uguaglianza di genere, il fenomeno dell’aborto selettivo di genere è stato fermato ritornando a un equilibrio tra la presenza di donne e uomini. Ma in altri stati la situazione è ancora critica. È necessario un investimento culturale in questi paesi, un forte impegno politico e soprattutto un’azione all’interno della comunità. La bambina deve essere vista non come una responsabilità e un peso per la famiglia, ma come un essere umano e trattata ugualmente al bambino. È essenziale affrontare la causa principale che provoca la preferenza del figlio e la negligenza nei confronti della bambina. È necessario iniziare a dare valore alla donna e alla sua emancipazione, e la consapevolezza di questo è rilevante per cambiare la mentalità e i comportamenti. In molti casi la bambina è vista più fragile e come si è detto in precedenza non ha un “valore” come il bambino nel mondo del lavoro, anche perché le donne in questi paesi, per la forte discriminazione di genere, sono destinate ad occuparsi quasi esclusivamente della famiglia. E per questo le famiglie tendono a non mandare a scuola le bambine (anche per la tassa d’iscrizione) perché viene visto come uno “spreco di tempo” e di “denaro”. Ma le donne e le ragazze istruite contribuiscono alla produttività delle famiglie e delle comunità e migliorano le prospettive per le generazioni future. Dunque, sono necessarie politiche riguardanti l’accesso all’istruzione e ai servizi sanitari ma anche semplicemente quella che consentirebbe alle figlie di ereditare la proprietà che potrebbero sottolineare che gli uomini e le donne hanno gli stessi diritti. Bilanciare il diritto di una donna di scegliere di interrompere una gravidanza con la scelta basata sulla preferenza sessuale è un dilemma per le femministe, ma è essenziale sia garantire il diritto di una donna di scegliere ma anche assicurare che le ragazze e le donne siano apprezzate per prevenire l’aborto selettivo di genere.

Elena Giurelli


[i] 63 milioni di bambine vittime di aborto o abbandonate alla nascita, in World Vision, 1 marzo 2018, https://www.worldvision.it/63-milioni-di-bambine-vittime-di-aborto-o-abbandonate-alla-nascita

[ii]Aborto selettivo, pratica drammatica che ancora oggi tormenta Cina e India, in Laogai, 26 luglio 2019, https://www.laogai.it/aborto-selettivo-pratica-drammatica-che-ancora-oggi-tormenta-cina-e-india/

[iii] Gli aborti selettivi in India, in ilpost, 13 settembre 2020, https://www.ilpost.it/2020/09/13/aborti-selettivi-india/

[iv] Ibidem.

[v] Ibidem.

[vi] Nusca M., Gender gap: nel mondo mancano 142 milioni di donne, in Ultima Voce, cit.

[vii] Gli aborti selettivi in India, in ilpost, cit.

[viii] Nusca M., Gender gap: nel mondo mancano 142 milioni di donne, in Ultima Voce, cit.

[ix] You Should Be Worrying about the Woman Shortage, in Human Rights Watch, 2019,  https://www.hrw.org/world-report/2019/country-chapters/global-0

References

Aborto selettivo, pratica drammatica che ancora oggi tormenta Cina e India, in Laogai, 26 luglio 2019, https://www.laogai.it/aborto-selettivo-pratica-drammatica-che-ancora-oggi-tormenta-cina-e-india/

Cosa sono aborto selettivo e selezione del sesso in base al genere, in documentazione.info, 21 agosto 2020, https://www.documentazione.info/cosa-sono-aborto-selettivo-e-selezione-del-sesso-in-base-al-genere

Gli aborti selettivi in India, in ilpost, 13 settembre 2020, https://www.ilpost.it/2020/09/13/aborti-selettivi-india/

Guerra M., Aborto selettivo: decine di milioni di bambine che mancano all’appello, in INTERRIS, 19 novembre 2020, https://www.interris.it/copertina/aborto-selettivo-bambine/

Murray A. (2013). From Outrage to Courage: The Unjust and Unhealthy Situation of Women in Poorer Countries and What They are Doing About It. (p. 25-34). Anne\Firth Murray; 2 edizione

Nusca M., Gender gap: nel mondo mancano 142 milioni di donne, in Ultima Voce, 18 ottobre 2020, https://www.ultimavoce.it/gender-gap/

Rapporto di United Nations Population Fund, Gender-biased sex selection, 27 luglio 2020,

https://www.unfpa.org/gender-biased-sex-selection

Sex-selective abortions may have stopped the birth of 23 millions of girls, in NewScientist, 16 aprile 2019, https://www.newscientist.com/article/2199874-sex-selective-abortions-may-have-stopped-the-birth-of-23-million-girls/

You Should Be Worrying about the Woman Shortage, in Human Rights Watch, 2019,  https://www.hrw.org/world-report/2019/country-chapters/global-0

63 milioni di bambine vittime di aborto o abbandonate alla nascita, in World Vision, 1 marzo 2018, https://www.worldvision.it/63-milioni-di-bambine-vittime-di-aborto-o-abbandonate-alla-nascita

Un commento

  1. che desolante mortificazione… negare il diritto alla vita solo perchè femmina!
    Tra i Paesi che adottano questa soppressione non mi meraviglio che ci sia anche l’India dove esiste un’alta percentuale di stupratori….

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