L’America Latina spiegata da Sciences Po, Paris

Prima d’iniziare con domande più specifiche, vorremmo chiederle se può spiegare ai nostri lettori cos’è l’Osservatorio Politico dell’America Latina e dei Caraibi (OPALAC) e quali attività vengono svolte dai membri?

Olivier Dabène: OPALC è una piattaforma online per diffondere i risultati della nostra ricerca sulla politica in America Latina. L’Osservatorio organizza anche eventi, dibattiti o seminari (in particolare un incontro mensile denominato “Ultimos Jueves”). Infine, l’OPALC pubblica un rapporto annuale sugli sviluppi politici in America Latina nella raccolta Studi CERI.

Dall’inizio del suo mandato nel 2019 Jair Bolsonaro, attuale Presidente della Repubblica Federale del Brasile, il paese ha visto un picco nella distruzione delle sue foreste pluviali e del tradizionale territorio indigeno. Nelle ultime settimane è giunta la notizia che i leader indigeni Raoni Metuktire e Almir Surui hanno presentato una denuncia di 68 pagine con l’aiuto dell’avvocato francese William Bourdon chiedendo alla Corte penale internazionale (CPI) d’indagare sul presidente per presunte violazioni ambientali, compresi i crimini. Contro l’umanità. Secondo lei, qual è l’effetto di questa azione per un governo che deve affrontare molteplici crisi?

Olivier Dabène: Temo che questa azione non trovi un’eco molto importante ne generi molta mobilitazione in Brasile. D’altra parte, susciterà molto interesse nei circoli militanti di tutto il mondo che cercheranno di diffondere le conseguenze. Se il presidente Bolsonaro dovesse essere condannato, cercherà di evocare un complotto contro di lui e farà vibrare il nazionalismo dei suoi sostenitori. Ma non impedirà di essere sempre più isolati a livello internazionale.

Dopo la Camera dei Deputati argentina, anche il Senato ha approvato un disegno di legge che legalizza l’interruzione volontaria della gravidanza, che prima era consentita nel Paese solo in caso di stupro o se la salute della donna era in pericolo. La legge è stata finalmente approvata dal Senato con 38 voti favorevoli, 29 contrari e 1 astensione. Possiamo dire che l’evento rappresenta un passo in avanti per le politiche sociali del Paese? Ma anche una tendenza che va contro le politiche dei paesi latinoamericani?

Olivier Dabène: Si tratta, senza dubbio, di un enorme passo avanti e una grande vittoria per il movimento femminista argentino. Questa legalizzazione farà sicuramente scalpore in tutto il continente. Sto già osservando un aumento delle mobilitazioni femministe in Messico. Seguiranno altri paesi, come il Cile. La legalizzazione dell’aborto è una causa che continuerà a generare impegno in tutto il continente fino a quando non sarà raggiunto.

Il 27 febbraio 2020 è stato confermato il primo caso di Covid in America Latina. È passato quasi un anno da allora e molti cambiamenti socioeconomici si sono verificati in diversi paesi. A proposito di futuro, quali saranno, secondo lei, le conseguenze per le quali l’America Latina dovrà prepararsi?

Olivier Dabène: A breve termine, la regione sta affrontando una crisi sanitaria, sociale ed economica. Il bilancio sarà probabilmente molto alto, in termini di povertà e disuguaglianze. Il progresso sociale degli anni 2010 è cancellato. A medio e lungo termine, la questione è se la regione imparerà lezioni per investire nella protezione sociale e soprattutto per ricostruire organizzazioni multilaterali in grado di affrontare collettivamente questioni transnazionali come le epidemie.

L’OPALAC, grazie all’impegno dei massimi ricercatori del leader della ricerca latinoamericana e al supporto dell’Institut d’études politiques de Paris (SciencesPo), promuove numerose iniziative culturali, tra cui il seminario mensile “Ultimos Jueves” e la web series sull’attivismo politico in America Latina, “Protestas. Mobilisations en Amérique latine au temps du COVID”. Possiamo quindi affermare che la vostra istituzione, oltre a svolgere un ruolo di ricerca, è impegnata nella promozione dell’istruzione e della cultura? E secondo lei, quanto è importante per i giovani di oggi sviluppare conoscenze specifiche nel campo dell’America Latina?

Olivier Dabène: L’OPALC rimane un’iniziativa accademica, molto incentrata sulla ricerca scientifica. Ma abbiamo ritenuto che potesse essere utile diversificare i metodi di diffusione della ricerca. È per questo motivo che abbiamo prodotto una serie web. E in futuro intendiamo continuare in questa direzione.

Ci teniamo anche a dimostrare che l’America Latina è un continente che merita di essere studiato. Combina i problemi dei paesi sottosviluppati (povertà, disuguaglianze, corruzione, ecc.) e sviluppati (invecchiamento della popolazione, urbanizzazione, ecc.). Allo stesso tempo è spesso innovativo, in particolare in materia politica (democrazia partecipativa, ad esempio). Questa articolazione tra la natura dei problemi e i tipi di soluzioni è abbastanza unica al mondo.

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