Il 22 novembre 2022 la Germania ha annunciato che proporrà al parlamento il ritiro delle proprie forze armate dal Mali entro il maggio 2024. Le truppe tedesche sono nel Paese africano dal 2013 sotto mandato dell’ONU, con lo scopo di mantenere la pace a fronte di intensi e feroci scontri tra le forze governative e gruppi terroristici di matrice jihadista. La decisione dei tedeschi segue l’esempio della Costa d’Avorio e del Regno Unito, che la scorsa settimana hanno comunicato l’intenzione di ritirare i loro contingenti dal Mali. La motivazione principale che ha portato questi Stati ad adottare tali comportamenti è l’aumento delle tensioni con l’esercito governativo malese. Difatti, i rapporti tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite e lo Stato africano hanno subito un brusco punto di svolta dopo l’avvio della collaborazione tra quest’ultimo e il gruppo mercenario russo Wagner, delineando un cambio di posizione e di bilanciamento dei rapporti del Mali a favore della Russia, divenuta ormai il suo più importante partner, a svantaggio della NATO.
L’abbandono del Mali da parte dell’Occidente e i primi ritiri delle truppe, intervenute a supporto di questo governo africano, erano però iniziati già nel febbraio 2022, quando la Francia aveva annunciato ufficialmente il ritiro delle sue forze dal Mali, ponendo di fatto fine all’ operazione anti-terrorismo “Barkhane”, iniziata nel Paese africano nel 2014, un periodo caratterizzato da un indebolimento dell’influenza della Francia nelle sue ex colonie africane, le quali, d’altro canto, avevano già iniziato a rivolgersi alla Russia come partner per la sicurezza.
In generale, il cambio di posizione politica delle Nazioni occidentali in Mali è iniziato dopo il colpo di stato del 2020, capeggiato dai militari, in cui vennero arrestati il presidente Ibrahim Boubacar Keita e il primo ministro Boubou Cisse. I militari golpisti promettevano un ritorno alla democrazia soltanto in seguito ad un periodo di transizione della durata di tre anni, in cui il governo del Mali doveva essere presieduto dall’esercito. Questo nuovo governo militare era rapidamente entrato in contrasto con la Francia, la quale, a sua volta, aveva dato il suo appoggio alla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) con lo scopo di imporre sanzioni alla giunta militare del Mali, nella speranza di favorire la rapida instaurazione di un governo civile nel paese. In realtà, gli effetti delle azioni francesi sono stati contrari rispetto a quanto prefissato: infatti, questo governo militare ha rafforzato le proprie relazioni con la Russia e ha chiesto alla popolazione di manifestare pubblicamente contro le ingerenze francesi, presentate come l’ennesimo tentativo di continuare la colonizzazione dello Stato africano. Allo stesso tempo, il governo militare provvisorio, il 22 novembre 2022, ha iniziato alcune modifiche legislative che rendono illegali le organizzazioni non governative che ricevono supporto finanziario tecnologico o logistico dal governo francese anche se esse agiscono solo al fine di svolgere aiuti umanitari a favore della popolazione locale.
Questa decisione è stata presa dal governo militare in risposta alla Francia, la quale aveva da ultimo annunciato che avrebbe cessato di elargire fondi per lo sviluppo del Mali, che complessivamente ammontano a 100 milioni di euro, con il conseguente effetto di bloccare circa 70 progetti di sviluppo attualmente in corso o progettati per anni seguenti.
Queste misure, adottate da entrambe le parti, di fatto colpiscono soprattutto la già fragile e stremata popolazione del Mali, come risulta evidente dagli ultimi studi pubblicati il 15 novembre 2022 da “Coordination Sud”, una ONG francese che opera nel Paese. Secondo tali studi, il 35% della popolazione in Mali è in grave bisogno di assistenza.
D’altra parte, la Russia ha visto in questa crisi politica l’opportunità di aumentare nella regione la propria influenza sia economica, grazie ad aiuti alimentari e carburante, sia militare, attraverso l’utilizzo della compagnia mercenaria “Wagner”, già operante nella regione dal 2021 per addestrare le forze governative. Inizialmente, alla notizia dell’arrivo di forze paramilitari russe, la giunta militare aveva fornito rassicurazioni alla comunità internazionale sul fatto che questi non avrebbero operato direttamente nelle operazioni in campo contro i ribelli;. In realtà, successivamente queste affermazioni sono state smentite dai fatti, quando hanno iniziato a trapelare notizie riguardanti i massacri commessi dalla Wagner nei confronti della popolazione civile durante alcune operazioni militari contro roccaforti dei jihadisti i quali, nonostante tutto, continuano a riscuotere successi militari nel Nord del Paese. Le forze terroriste, infatti, hanno avviato con successo una serie di offensive da marzo 2022 nelle regioni del Gao e Menaka, territori del Nord-Est del Paese, dove gli scontri hanno causato la morte di molti civili, come è avvenuto nel caso dell’assalto da parte di gruppi jihadisti contro un centro di accoglienza a Kadji nel Gao, dove sono stati uccisi 11 civili.
L’influenza russa si è rafforzata nella regione africana non soltanto tramite gli aiuti militari ed economici ma anche attraverso l’utilizzo propagandistico dei mass media: un esempio è il film “Touriste”, una vera e propria glorificazione delle azioni della Wagner al fine di aumentare la sua popolarità presso la popolazione locale. Appare chiaro come la Russia stia riproponendosi come potenza salvifica, rispolverando l’antica idea della missione liberatrice portata avanti in passato dall’ex URRS contro il colonialismo occidentale: argomentazione che risulta essere molto condivisa all’interno della popolazione africana.
A cura di Enzo Moneta