LA REALTÀ DEI FATTI

Come si può porre fine al conflitto in Etiopia?

INFORMAZIONI GENERALI SULL’ETIOPIA

L’Etiopia, il più grande Paese del Corno d’Africa, è una Repubblica Federale Democratica, costituita da dieci regioni, controllate dai diversi gruppi etnici, che rappresentano i partiti politici del Paese. I gruppi etnici maggioritari dell’Etiopia sono gli Oromo e gli Amhara, che insieme costituiscono circa due terzi della popolazione etiope, i Somali e i Tigrini, i quali rappresentano solamente il 6% della popolazione. La nascita della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia ha incentivato il rafforzamento delle identità etniche a livello delle diverse province. I Tigrini, che occupano la parte settentrionale dell’Etiopia, il Tigray, confinante con l’Eritrea, si identificano molto con l’etnia eritrina piuttosto che con quella del proprio Paese d’origine.

DESCRIZIONE DEL CONFLITTO

La regione del Tigray è guidata dal partito federalista del Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPLF), nella coalizione di governo in Etiopia dal 1991 al 2018. In seguito alla morte del tigrino Zenawi, leader della coalizione del Fronte Democratico Rivoluzionario del popolo etiope, divenne Primo Ministro l’etiope Desalegn, il quale causò l’indebolimento dell’etnia tigrina al governo, a causa della sua politica di privatizzazione della terra d’Etiopia, che causò numerose rivolte da parte delle etnie Oromo e Amhara. Così, Desalegn fu costretto alle dimissioni e si aprì la strada al governo per l’etnia Oromo con Abiy Ahmed Ali.

Dal 4 novembre 2020, la regione del Tigray è attraversata da un violento conflitto con l’Etiopia, scaturito da un contrasto tra il TPLF e il Primo ministro Abiy Ahmed, il quale, dopo esser stato insignito del Nobel per la Pace per esser riuscito a risolvere il conflitto con il governo eritreo, scioglie il Fronte Democratico Rivoluzionario del popolo etiope (di cui faceva parte il TPLF) e forma una nuova coalizione di governo, il Partito della Prosperità, a cui aderiscono tutti i partiti etnici, ad esclusione del TPLF. Le ragioni per cui il TPLF non accetta di aderire al Partito della Prosperità sono da ricercarsi principalmente nella concezione di perdita di potere e di rappresentanza. L’astio tra TPLF e Partito della Prosperità è andato via via crescendo a seguito della decisione di Abiy di posticipare le elezioni generali previste per l’agosto 2020.

Nonostante possa essere definito un conflitto intranazionale tra tigrini e governo centrale, non resta circoscritto alla sola Etiopia, ma coinvolge anche la vicina Eritrea e rischia di destabilizzare l’ordine nell’intera regione.

Allo scoppio del conflitto, il Primo ministro Abiy aveva promesso una vittoria rapida e indolore, che, invece, si è trasformata in un conflitto civile su larga scala. Tuttavia, dopo una serie di sconfitte iniziali, le forze del Tigray hanno contrattaccato e sono quasi giunte alle porte della capitale.

Gli equilibri del conflitto sono mutati più volte, a favore di entrambe le parti, fino a quando nel marzo 2022 è stata annunciata una tregua, che ha portato alla creazione di un comitato governativo per negoziare con il TPLF. Ad agosto, però, c’è stata una nuova esplosione di violenze che ha portato le forze governative, appoggiate dall’esercito eritreo, a condurre un’offensiva conclusasi con la conquista di almeno tre città della regione del Tigray.

PROBLEMA DA RISOLVERE

A due anni dall’inizio del conflitto, dunque, è lecito domandarsi come si possa giungere alla fine di questa ostilità, in quanto, oltre alla violenza e alla distruzione che sta causando, si ripercuote principalmente sulla società civile.

CAMPO DI APPLICAZIONE

Certamente, è auspicabile una presa di posizione da parte di organizzazioni internazionali, come l’Unione Africana, istituita nel 2002, con l’obiettivo di accelerare il processo di integrazione dell’Africa, sostenere gli Stati africani nel contesto dell’economia globale e affrontare i problemi sociali, economici e politici del continente. L’Unione Africana ha anche il ruolo di garante dei diritti umani e di promotore dei principi democratici, della pace e della sicurezza nel continente.

L’Unione Africana è l’organo che meglio di ogni altro potrebbe intervenire convocando i leader delle parti in guerra, per realizzare un negoziato che possa porre fine alle violenze che si stanno perpetrando nel territorio. I risvolti del conflitto segnano un numero enorme di morti tra civili, che si verificano per conseguenze dirette della guerra, ma anche per fame, mancanza di medicinali e cure.

PIANO DI RISOLUZIONE

Pertanto, per evitare la catastrofe umanitaria, l’Unione Africana deve porre al centro della discussione tra le due parti obiettivi quali: la cessazione delle ostilità; l’accesso degli aiuti umanitari nella regione del Tigray, bloccata e isolata dal resto dell’Etiopia; il disarmo; il risarcimento dei danni causati dal conflitto; la rinuncia, da parte del TPLF, a combattere contro il governo centrale.

L’Unione Africana, dunque, deve essere il mediatore tra le parti, in grado di porre fine alle ostilità che rendono instabile l’intero Paese, ma soprattutto deve realizzare una pace che sia accettata da entrambe le parti e che non sia solo un modo per cessare temporaneamente il conflitto. L’obiettivo è quello di realizzare una pace duratura, che renda stabili i rapporti tra il governo etiope e il TPLF e che, innanzitutto, possa garantire condizioni di vita migliori alla società civile.

A cura di Ornella Coratella

Fonti: https://mondoeconomico.eu/archivio/quadrante-futuro/i-rischi-per-la- nuova-stagione-dell-etiopia https://www.treccani.it/enciclopedia/etiopia_res-92b7a247-fd4b-11e4- 9760-00271042e8d9_%28Atlante-Geopolitico%29/ https://lospiegone.com/2018/04/12/etiopi-un-mosaico-di- etnie1/#:~:text=Alcune%20tra%20queste%20etnie%20sono,Amhara%2C% 20i%20Somali%20e%20i%20Tigrini.&text=Oromo%20sono%20il%20pi% C3%B9%20numeroso,dei%2095%20milioni%20di%20abitanti.

https://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/LUnione-Africana-storia- obiettivi-funzioni-e-principali-organismi/353

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