LA REALTÀ DEI FATTI

Colombia: un intervento urgente per un conflitto secolare

Il Contesto

Il conflitto fra Governo Colombiano e Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) perdura ormai da così tanti anni da essersi radicato nella struttura sociopolitica del Paese. Malgrado la ratifica di accordi di pace fra questi due attori nel 2016, rimane accesa la disputa fra Governo e guerriglieri, appartenenti a molteplici organizzazioni e gruppi paramilitari.

Questo scenario di guerra, sebbene poco menzionato nella narrazione mediatica occidentale, è un contesto di indubbio interesse internazionale: oltre alle numerosissime vittime della guerra, a risvegliare l’interesse collettivo devono essere l’impossibilità del Paese di stabilizzarsi autonomamente e gli irreparabili danni ambientali conseguenza di questa lotta armata.

Occorre dunque domandarsi come strutturare un intervento capace di risanare questa drammatica situazione.

Le prerogative fondamentali di un intervento per la risoluzione del conflitto sono:

  Tempistiche celeri, per evitare che le citate conseguenze continuino ad aumentare vertiginosamente;

  Garantire dignitose possibilità di sviluppo al Paese, ancorato al passato da più di mezzo secolo di lotte armate;

  Aiuti umanitari alle classi più colpite dalle tensioni, economicamente dipendenti dalla criminalità organizzata del narcotraffico.

Differenti Opzioni Di Intervento

In ragione dei molteplici approcci tramite cui è possibile pianificare un intervento di risoluzione del conflitto, possono essere considerate differenti strategie.

  Un massiccio intervento armato potrebbe debellare il potenziale offensivo dei dissidentio del Governo. L’annientamento di una delle fazioni interromperebbe il conflitto, ma è improbabile che la soluzione rimarrebbe efficiente nel lungo periodo. Non mancano controindicazioni in termini di vite e di costi economici, oltre al dubbio valore etico dell’intervento; seguono rischi quali il fallimento, attriti fra i paesi intervenuti e quello di protrarre troppo a lungo le trattative decisionali.

  Una mediazione rivolta alla resa da parte dei guerriglieri bilanciata da garanzie del Governo potrebbe offrire prospettive favorevoli. L’esperienza della pace del 2016 rende però scettici rispetto a concessioni simili in un contesto così incerto, incapaci di impegnare a lungo termine i suoi firmatari.

  Una mediazione orientata alla congiunzione degli interessi deve dirigere l’intervento della comunità internazionale verso l’intersezione degli obiettivi delle parti in causa. Solo questa condivisione di prospettive permetterebbe una produttiva collaborazione fra la parti.

Il Mediatore

La proposta è quella di individuare in Norwegian People’s Aid una fonte di mediazione esterna fra le principali parti del conflitto. La Norvegia svolge da anni un ruolo di fondamentale importanza nelle dinamiche di risoluzione del conflitto, e un mediatore proveniente da questo Paese può godere di particolare incisività.

  •  La Norvegia è firmataria del “Joint declaration of Intent”, un accordo stipulato alla COP25 che la impegna al finanziamento della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile colombiano.
  • La Norvegia è la maggiore contribuente al “Fondo Multidonante para el Sostenimiento de la Paz en Colombia”, un fondo ONU dedicato alla risoluzione del conflitto e al progresso della Colombia.
  • Alla firma dell’accordo di pace del 2016 era presente il ministro degli Esteri norvegese Børge Brende in rappresentanza dei paesi mediatori. Norwegian People’s Aid è una Ong operante in più di 30 paesi con interventi concentrati su sminamento di zone di guerra ed aiuti umanitari. È presente in Colombia dal 2004, collaborando con organizzazioni locali al fine di permettere una migliore distribuzione delle risorse e di creare una migliore prospettiva di collaborazione.

Norwegian People’s Aid è una Ong operante in più di 30 paesi con interventi concentrati su sminamento di zone di guerra ed aiuti umanitari. È presente in Colombia dal 2004, collaborando con organizzazioni locali al fine di permettere una migliore distribuzione delle risorse e di creare una migliore prospettiva di collaborazione.

L’Intervento

La mediazione fra le parti deve svilupparsi intorno al principio per cui la cessazione del conflitto garantirebbe supporti internazionali al paese, capaci di migliorarne esponenzialmente le condizioni socioeconomiche. Gli interlocutori devono essere rappresentanti del Governo, dei principali gruppi attualmente schierati nel conflitto e dei paesi finanziatori. Questi ultimi devono presentare perentoria fermezza rispetto alle proprie posizioni, perché ogni concessione potrebbe allontanare dall’obiettivo di una collaborazione efficiente.

I temi della tutela ambientale e della costruzione di un’economia indipendente dal narcotraffico, stimolati dalla possibilità di ottenere finanziamenti al raggiungimento di obiettivi concreti, sono il più valido punto di congiunzione degli interessi di guerriglieri e Governo. Lo conferma il favore delle Farc nei confronti del piano di sostituzione delle colture della coca del 2016, proposto dall’allora presidente Santos. Le prospettive di questa manovra sembravano promettenti, ma il programma venne archiviato dal successore Duque, con il favore dell’amministrazione Trump.

Serve riproporre un piano della medesima natura, assicurandosi che i finanziamenti destinati alla Colombia siano vincolati alla ricostruzione del mercato interno e di esportazione, al supporto della classe proletaria e alla tutela dell’ecosistema: concretamente occorre investire nella sostituzione di colture, quindi uno sviluppo sostenibile, e offrire sostentamento alle classi dipendenti dall’economia illecita. Senza questo incentivo, i contadini più poveri continueranno a coltivare coca in quanto molto più redditizia di cacao o caffè.

Per la verifica sul territorio, una volta definita una via di cooperazione, è possibile sfruttare la forte capillarizzazione dei gruppi guerriglieri, che prima degli accordi del 2016 si sinceravano efficientemente che ogni agricoltore preservasse quantomeno il 25% delle proprie terre.

Il Governo Petro offre la finestra più proficua per la realizzazione di questo programma: ex guerrigliero, Petro si sta dimostrando aperto al dialogo, interessato alla condizione dei più deboli ed alla tutela dell’ecosistema. Il rischio di un successore dalle vedute meno progressiste, in un contesto così instabile, sottolinea l’importanza di una mobilitazione immediata.

A cura di Federico Amaducci

Fonti:

Norwegian People’s Aid in Colombia

ISPI: Colombia-Farc prove tecniche di pace

Fondo Multidonante para el Sostenimiento de la Paz en Colombia

la Repubblica: Colombia, il piano per sostituire le piantagioni di coca

Lifegate: La deforestazione dell’Amazzonia è il caro prezzo della pace in Colombia

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