Università non significa soltanto studio, esami, corsi da seguire. L’obiettivo di tale forma di istruzione è quello di prepararci alla vita, al futuro, alla determinazione, a creare gli uomini e le donne che saremo in un domani non così lontano come pensiamo. Non ci accorgiamo di quanto la formazione di ognuno di noi non dipenda prettamente da ciò che studiamo in pagine e pagine di manuali carichi di nozioni, ma quanto più dall’insegnamento che deriva da personalità più o meno importanti con cui entriamo in contatto nel corso del nostro cammino formativo.
Quello con Flavia Lattanzi, è uno di quegli incontri che, pertanto, devono necessariamente essere sottolineati e ricordati, un incontro non solo utile a recepire insegnamenti legati al percorso universitario da noi scelto, ma verso la costruzione di carattere e personalità che ci contraddistingueranno da qui in avanti, verso il futuro.
Il titolo di questo articolo parla chiaro: Flavia Lattanzi è una donna il cui nome non può che essere collegato alla forza, alla determinazione, al sapere, alla consapevolezza. Giurista e giudice italiana, nasce ad Addis Abeba il 4 ottobre 1940, in uno dei periodi più bui che hanno contraddistinti la storia della nostra umanità, la Seconda Guerra Mondiale. Fu internata appena nata in un campo di concentramento in Etiopia insieme con la madre, Elza Dolezalova, mentre il padre, Pietro Lattanzi, fu internato in Uganda. Fu l’unica bambina sopravvissuta, al di sotto dell’età di tre anni, alle brutalità del campo di concentramento e fu rimpatriata nel 1943. Dopo aver ripreso in mano la propria vita in seguito al terrore vissuto da bambina, ha studiato Diritto internazionale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, è stata giudice ad litem al Tribunale penale internazionale per il Rwanda (dal 2003 al 2007) e al Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia (dal 2007). Oggi, è professoressa ordinaria di diritto internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi Roma Tre. Ha pubblicato monografie, saggi e articoli su temi di diritto internazionale pubblico, organizzazione internazionale, diritto internazionale privato, tutela dei diritti fondamentali della persona.
È stata relatrice in varie conferenze e seminari internazionali sui diritti umani, e ha scritto numerosi libri e articoli sul diritto internazionale, in particolare, sui diritti umani, del diritto umanitario internazionale, diritto internazionale penale, le Nazioni Unite, gli Statuti del Tribunale penale internazionale per il Ruanda (ICTR) e del Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia (ICTY), e la Corte penale internazionale (CPI). Ha fatto parte della delegazione italiana alla Commissione preparatoria sulla Corte penale internazionale, e poi alla Conferenza di Roma (dove è stato approvato il trattato istitutivo della corte suddetta), ed infine, è stata membro della commissione internazionale d’inchiesta sul diritto umanitario internazionale a Ginevra.
Sebbene il suo curriculum sia però carico di ruoli di elevatissimo prestigio, non sono essi a renderla la persona che è. La sua formazione è contraddistinta dal profondo desiderio di sapere, di conoscere, di mettere a confronto realtà differenti cha ha avuto modo di vivere da vicino, sperimentandone le caratteristiche differenti. Flavia Lattanzi, in ogni tappa della propria vita, fin da bambina, ha dimostrato l’inestimabile coraggio di coloro che non hanno paura di affermare quello che pensano e lottare per i propri ideali, quelli di una donna ferma nelle proprie posizioni e convinzioni. Oggi è fedele autrice per il gruppo editoriale “Formiche.net”, dove ha recentemente pubblicato due Paper relativi al conflitto Russo-Ucraino, esponendo le proprie tesi riguardo alla costituzione di Tribunali Speciali internazionali per la risoluzione del conflitto, al crimine di aggressione e genocidio, alla posizione di Russia e Ucraina rispetto allo Statuto di Roma del 1998, al ruolo degli Stati terzi all’interno del conflitto e, in modo particolare, alla protezione dei civili, donne, uomini e bambini dal terrore quotidiano che stanno vivendo alla luce di una guerra che sembra sempre di più voler opprimere la speranza di un mondo migliore. Flavia Lattanzi non perde occasione, nelle sue pubblicazioni, di sottolineare l’importanza che il singolo può avere all’interno di una società nella quale dovrebbero prevalere la cooperazione, la collaborazione, l’unità e la consapevolezza. Lotta per i propri ideali, non si arrende all’apparenza ma desidera affrontare strade difficoltose piuttosto che semplici sentieri di disinformazione; un esempio per noi giovani, che oggi siamo purtroppo troppo spesso abituati ad ottenere tutto e subito, attraverso un click, a non pensare alle cause, alle conseguenze, ai risultati di ciascuna delle nostre azioni. Non abbiamo paura di agire, ma abbiamo poi timore di ciò che potremo incontrare sulla via della nostra vita, di come riuscire ad esplicitare il nostro pensiero senza sentirci inadatti. Desideriamo costantemente combattere, realizzarci, vivere fino all’ultimo attimo un’esistenza alla quale spesso nemmeno troviamo una giustificazione.
Sarebbe bello poterci, per un attimo, soffermare sulla determinazione che ha nutrito invece la sua intera esistenza di conoscenza e passione verso i propri obiettivi ed i propri interessi. Una donna arrivata tanto in alto, senza mai però essersi dimenticata da dove è partita, dal terrore disumano dei campi di sterminio in Africa, là dove l’umanità veniva considerata inesistente, così come il rispetto per essa. Non ha dimenticato cosa ha significato sentirsi abbandonati ed emarginati, in un mondo dove purtroppo, frequentemente, la nozione di “diritti umani” viene dimenticata. Ed è proprio per tale ragione che forse, per tutta la sua vita e ancora oggi, ha scelto di lottare per i diritti di coloro che soffrono e hanno sofferto, attraverso la più pura forma di tutela esistente: la giustizia.
Un valore grande che Flavia Lattanzi non ha mai dimenticato e che tuttora, insegna a tutti noi a farne tesoro, quotidianamente.
A cura di Giulia Galletti