LA REALTÀ DEI FATTI

Il ruolo dell’Unione Europea nella risoluzione del conflitto curdo-turco

Il conflitto tra lo Stato turco e il Partito dei lavoratori curdi (PKK) di Öcalan, iniziato ufficialmente nel 1984, va avanti da ormai 40 anni. L’elevata frammentazione della popolazione curda, divisa all’interno di quattro Stati sovrani – Turchia, Siria, Iraq e Iran –, e la difficoltà nel definire i confini del Kurdistan hanno finora impedito la sua risoluzione attraverso accordi bilaterali entro un singolo Stato. Tutte le implicazioni culturali, politiche, sociali ed economiche del conflitto irrisolto confermano, inoltre, che la questione curda non è semplicemente un problema di terrorismo da parte del PKK e che, anche se l’organizzazione dovesse cessare di esistere, le istanze di autonomia portate avanti dai curdi non perderebbero di importanza.

L’obiettivo, in questa sede, è quello di individuare i possibili approcci che l’Unione Europea dovrebbe adottare in direzione di un riavvicinamento con la Turchia e del mantenimento della stabilità della regione. L’intervento dell’UE è rilevante e anzi doveroso, dal momento che si tratta di un problema che tuttora mette a rischio l’ordine pubblico europeo, considerando la diaspora curda e turca e i consistenti flussi migratori verso il continente.

Innanzitutto, l’UE potrebbe rinnovare il suo invito alle autorità turche a cessare le operazioni militari condotte a cavallo tra Siria e Iraq e a riconoscere e rispettare l’esistenza del popolo curdo, in modo da muovere i primi passi verso una normalizzazione dei rapporti tra le due parti. L’UE dovrebbe, inoltre, adoperarsi per un ravvicinamento con il partner turco. La rivitalizzazione delle relazioni tra Ankara e Bruxelles porterebbe beneficio ad entrambe. Con una Turchia economicamente e politicamente stabile l’UE potrebbe instaurare una partnership altamente strategica in campo commerciale, energetico, securitario, e umanitario. La stessa Unione Europea trarrebbe giovamento da una rinnovata stabilità nel suo vicinato più prossimo. Perché ciò avvenga, dovrebbe supportare la Turchia nel suo processo di rinnovamento interno, soprattutto per quanto riguarda la grave crisi economica e finanziaria che sta sperimentando, in particolare attraverso una modernizzazione dell’unione doganale. Poiché anni di conflitto hanno generato enormi diseguaglianze tra le regioni della stessa Turchia, uno dei passi più importanti per mantenere l’equilibrio interno e una pace duratura è favorire l’integrazione economica dei territori curdi. Tuttavia, affinché ciò si realizzi, è necessario che vi sia la volontà di entrambi gli attori. Occorre tener conto del fatto che la Turchia stessa non ha più l’interesse di un tempo a portare avanti il suo processo di ammissione all’Unione Europea e ha spostato la sua attenzione verso altri potenziali partner. In virtù dei criteri di Copenaghen fissati nel 1993, il governo turco aveva inizialmente inaugurato una stagione riformista, segnata da una maggiore tolleranza verso la minoranza curda, assieme all’apertura di un processo di risoluzione del conflitto. Eppure, dal 2016, con la ripresa delle incursioni militari turche nella regione siriana, si è registrato un cambio di paradigma da parte della Turchia. Così, la questione curda ha perso la sua posizione prioritaria nell’agenda politica turca, soprattutto a seguito della svolta presidenzialista portata avanti da Erdoğan.

Per uscire dalla fase di stallo in cui si trova attualmente la relazione tra UE e Turchia in vista di un intervento nel conflitto curdo-turco, è necessario cambiare l’approccio adottato finora. Per anni la questione turca è stata trattata esclusivamente come un problema di terrorismo e dunque contestualizzata in un framework securitario. Il tutto è stato accompagnato da una massiccia campagna mediatica rivolta contro politici, civili e ONG associati ai curdi, campagna interamente declinata sul piano della “sopravvivenza dello Stato” e della nazione turca. Tuttavia, gli ultimi decenni hanno dimostrato che non esiste una soluzione militare per la guerra contro il PKK. È bene tenere presente, invece, che il conflitto curdo-turco ha una forte natura politica e ideologica, per altro molto polarizzata, e riflette una visione ben radicata nella classe politica turca. Per questo motivo, l’UE dovrebbe favorire un cambiamento di visione diversa da quella securitaria, più improntata a promuovere il rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto in Turchia. Inoltre, data l’assenza di una vera e propria “Kurdish policy”, l’UE dovrebbe iniziare a dedicare uno spazio alla questione curda nella propria agenda, delineando un piano ben strutturato in merito.

Sebbene il risultato delle elezioni presidenziali e parlamentari previste per il 2023 sia ancora incerto, è rilevante il fatto che sia Erdoğan che i leader dei partiti di opposizione stanno riportando la questione curda nell’agenda politica turca con l’avvicinarsi della tornata elettorale. Ciò è dovuto anche al fatto che i voti dell’elettorato curdo saranno determinanti per assicurarsi la maggioranza dei seggi. Dal momento che si sta verificando un riavvicinamento tra UE e Turchia anche per merito della crisi ucraina, è auspicabile che entrambe le parti riescano ad aprirsi maggiormente ai suggerimenti dell’Unione Europea riguardo ai possibili sviluppi democratici per la Turchia. Per concludere, per l’UE potrebbe essere l’occasione per influenzare positivamente sia il presidente uscente che le opposizioni a riprendere il dialogo per risolvere la questione curda.

A cura di Giulia Costanzi

Fonti:

Conflict between Turkey and armed Kurdish groups | global conflict tracker (2022) Council on Foreign Relations. Council on Foreign Relations. Available at https://www.cfr.org/global-conflict- tracker/conflict/conflict-between-turkey-and-armed-kurdish-groups#Background-0

Esen, B. (2022) Post-2023 election scenarios in TurkeyStiftung Wissenschaft und Politik (SWP). Available at https://www.swp-berlin.org/en/publication/post-2023-election-scenarios-in-turkey

Karaveli, H. (2021) Is there any solution to Turkey’s Kurdish problem?The Turkey Analisyt. Available at https://www.turkeyanalyst.org/publications/turkey-analyst-articles/item/674-is-there- any-solution-to-turkey%E2%80%99s-kurdish-problem?.html

Kurda, Z. (2021) Does EU have a political interest in Turkey’s Kurdish question?Rudaw.net. Available at https://www.rudaw.net/english/opinion/07052021

Kurda, Z. (2021) The European Union and the Kurds: The EU’s actorness in the Transnational Kurdish issue, United Nations University, Institute on Comparative Regional Integration Studies. Available at https://cris.unu.edu/kurdistan%20european%20union%20EU%20Kurds%20Turkey%20Iran%20Ira q%20Syria

SH (2022), The 2023 Turkish elections: An unmarked road, Al Jazeera Centre for Studies. Available at https://studies.aljazeera.net/en/policy-briefs/2023-turkish-elections-unmarked-road

Yeğen, M. (2022) Erdoğan and the Turkish opposition revisit the Kurdish questionStiftung Wissenschaft und Politik (SWP). Available at https://www.swp-berlin.org/en/publication/erdogan- and-the-turkish-opposition-revisit-the-kurdish-question

Yildiz, K. (2020) The Resolution of the Kurdish Issue in Turkey: choice or necessity?Democratic Progress Institute. Available at https://www.democraticprogress.org/wp-content/uploads/2022/01/Kurdish-Issue- Research-20.12.pdf

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