Perché migliaia di donne russe incinte volano in Argentina per partorire
Sono a migliaia le donne russe incinte che volano in Argentina per partorire. Questo fenomeno, denominato “turismo de maternidad”, sta diventando sempre più popolare: si parla di circa 5mila donne negli ultimi tre mesi, normalmente tra la 30esima e 34esima settimana di gestazione.
Scappano dal regime putiniano e dalla guerra, alla quale sono spesso contrarie, con la speranza di dare un futuro migliore ai nascituri. I bambini nati su suolo argentino, infatti, acquisiscono automaticamente la cittadinanza dello stato sudamericano. Significherebbe ottenere un passaporto che vale come oro per i russi, che hanno visto il loro perdere potenza a causa delle restrizioni applicate dai vari stati dall’inizio della guerra in Ucraina: il passaporto argentino può permettere di accedere a 171 paesi senza bisogno di visto. Senza contare, inoltre, che per i genitori di un bambino argentino è più facile ottenere la cittadinanza: il processo è semplificato e i tempi di attesa minori.

Nell’analizzare il turismo delle nascite, bisogna partire da un presupposto, e cioè che l’Argentina (come vari stati dell’America latina) non ha apertamente condannato l’invasione russa. Al contrario, la posizione del paese è al limite dell’ambiguità; pertanto, non sono applicate restrizioni o sanzioni.
La scelta ricade sull’Argentina non solo per questioni di passaporti: un fattore determinante è anche l’alta qualità del sistema sanitario sia pubblico che privato.
Quella del turismo delle nascite è una pratica esistente già prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Per le donne russe che volevano partorire all’estero, la meta prediletta erano gli Stati Uniti, in particolare Miami. Si è verificato ovviamente un cambiamento nella destinazione centrale del turismo de maternidad, a partire dalla pandemia di Covid-19 passando poi per l’invasione russa: ora tutti puntano a Buenos Aires.
C’è chi, in questo fenomeno, ha visto la possibilità di crearne un business. Nel corso dei mesi sono nate delle vere e proprie agenzie specializzate non solo nel prenotare voli e trasferimenti dagli aeroporti, ma anche lezioni di spagnolo e servizi di traduzione per le pratiche burocratiche. Vengono proposti dei veri e propri pacchetti, dei quali costi si aggirano tra le qualche migliaia di euro. Un esempio è Baby.RuArgentina, fondata da Kirill Makokeev: solo nello scorso anno ha aiutato più di un centinaio di donne russe, e le prenotazioni sono al completo fino a maggio 2023.
La situazione preoccupa però la Dirección Nacional de Migraciones (DNM), l’agenzia governativa argentina che si occupa di immigrazione: molte delle donne o delle famiglie che si recano in Argentina per un parto non si fermano poi nel paese. Ciò è problematico. Florencia Carignano, direttrice della DNM, ha annunciato l’avvio di un’indagine sulle attività delle agenzie specializzate in questo, come è stato definito dalla stessa, “business redditizio”. Queste organizzazioni (tra cui la già citata Baby.RuArgentina) sono state descritte come delle attività criminali attraverso un tweet della direttrice, la quale ha ribadito che l’Argentina apre le sue porte a chi decide di vivere nella nazione alla ricerca di un futuro migliore, ma condanna coloro che offrono passaporti facili a chi non vuole stabilirsi, in cambio di ingenti somme di denaro. Si è parlato anche di «falso turismo», in quanto all’arrivo nel paese le donne incinte dichiarano di star viaggiando per motivi turistici.

Solo giovedì 9 febbraio, sullo stesso volo, 33 donne russe incinte sono arrivate a Buenos Aires. Tre di loro sono state temporaneamente fermate per dei “problemi con i documenti”, ma non sono le prime. Quando si imbattono in controlli simili, sono lasciate in aeroporto in attesa di provvedimenti: vengono assistite dalle autorità sanitarie argentine ed offerte biglietti di ritorno in Russia dalla compagnia di bandiera, che puntualmente rifiutano. Di fronte alle domande delle autorità aeroportuali, hanno tutte ammesso di non essersi recate nel paese per turismo. Sono rappresentate dall’avvocato Christian Rubilar, il quale ha affermato che non possono essere trattenute perché non esiste il reato di falso turismo, pertanto nessuna di loro ha violato le leggi sull’immigrazione. Le donne sono state successivamente rilasciate. Di famiglie russe che vogliono stanziarsi in Argentina, comunque, ce ne sono: secondo Georgy Polin, capo del dipartimento consolare dell’ambasciata russa del Paese, si stima che quest’anno si arriverà a superare la soglia dei 10mila russi trasferitisi in Argentina, gran parte dei quali sono donne con l’intenzione di partorire all’estero. In molti vedono nel paese dell’America Latina la possibilità di costruire un nuovo futuro, per loro e per i loro figli, lontani dagli orrori della guerra.
A cura di Beatrice Liberati