Il 6 marzo 2023 si è tenuta, nell’Aula Magna Mario Arcelli presso la LUISS, una lectio magistralis organizzata dalla Fondazione Guido Carli. L’evento è stato aperto da Romana Liuzzo, presidente della Fondazione, la quale ha ricordato la figura del suo amato “nonno Guido Carli” ai 30 anni dalla sua morte.
L’introduzione di questa lectio magistralis è stata portata avanti dal presidente della Banca D’Italia, Ignazio Visco, il quale ha sottolineato che si deve molto a Carli e al suo contributo al paese, e dal Presidente ISPI, Giampiero Massoli che ha così concluso “oggi parleranno di paradossi: riuscire attraverso l’insuccesso e cantando fuori dal coro, senza dover sottostare ai conformismi a cui siamo abituati. Si tratta di un elogio alla mitezza, e ritengo che non ci sia miglior modo per ricordare Guido Carli”.
Il primo intervento è stato quello di Claudia Parzani, Presidente di Borsa Italiana con “Elogio all’insuccesso: le nuove leadership tra gentilezza e diversità”. L’avvocato ha cercato di sradicare la comune visione dell’insuccesso, sottolineando che lo stereotipo più diffuso è quello che nella vita si punta il successo, è questo a definirci e misurarci, a livello accademico, lavorativo e personale. La felicità, nel mondo odierno, è data dal successo mentre il termine insuccesso ha assunto un’accezione negativa, viene spesso collegato al fallimento, alla delusione, ad una tragedia. “Oggi si confonde l’aver fallito con l’essere dei falliti” dice Claudia Parzani.
È una tematica attuale, nella società del 2023 tutti puntano ad essere qualcuno, tutti cercano di non fallire cosi da poter dimostrare quanto valgano. Troppo spesso, ormai, sentiamo tragiche notizie di suicidi legati ad un percorso di studio troppo complesso, ad una vita che va più veloce di quanto sia possibile starle dietro eppure, secondo l’avvocato, insuccesso vuol dire coraggio, “coraggio di agire, di rischiare, di credere di poter cambiare le cose. Cercare il meglio ed andare oltre; uscire dalla comfort zone e poter salire un altro gradino della scala della nostra vita”.
È attraverso gli errori che si possono perfezionare le conoscenze personali, sono gli errori i portali di nove scoperte e dai tentativi nascono le invenzioni. “FAIL FAST, LEARN FAST” è questo il motto della Silicon Valley. Dopo aver raccontato la sua esperienza e i suoi insuccessi nella carriera di avvocato, la Parzani cita alcuni personaggi importati come Edison, Colombo, Jordan, i quali, tutti, sono arrivati ad essere quello che sono attraverso fallimenti, insuccessi ed errori. “Fieri del fatto di averci provato e dei nostri insuccessi, la vergogna dovrebbe appartenere a chi non rischia mai perché stando fermi si arretra, non ci si può chiudere in quello che si ha”. Secondo l’avvocato la donna non deve essere un’alternativa all’uomo ma il motore del cambiamento che deve essere portato avanti insieme”.
Claudia Parzani chiude citando 3 tematiche per lei fondamentali da trattare nel mondo in cui stiamo vivendo: il tasso dell’occupazione femminile e la violenza di genere; l’inclusione e il rispetto e la capacità di attrarre investimenti.

Successivamente è intervenuta Beatrice Venezi, direttrice d’orchestra e pianista italiana, con “Cantare fuori dal coro: Le voci delle donne, oltre i pregiudizi”. La Venezi ci ha teletrasportato nella storia delle donne nella musica, di quelle donne che fino ad un certo momento erano considerato solo un ronzio fastidioso, di quelle donne che non potevano o non dovevano fare musica in quanto tali. “tutti abbiamo una voce fuori dal coro dentro di noi che trapana il cervello come un tarlo e che a volte vorremmo zittire ma dobbiamo ascoltarla e sforzarci di riflettere”. Molti uomini, nel passato ed oggi, sostengono che le donne, nella musica, ma anche in altri settori, debbano evitare di apparire in quanto non portate o perché metterebbero a repentaglio la loro reputazione. Partendo da Ildegarda di Bingen, passando per Fanny Mendelssohn, Louise Dumont Farrenc, arrivando a Nadia Boulanger, Beatrice Venezi ha voluto dare un volto a tutte quelle donne, musiciste, compositrici, che sono sempre rimaste nascoste nella storia ma che hanno permesso il cambiamento, l’evoluzione. Le donne vogliono produrre un cambio di prospettica, Beatrice sogna una società in cui una bambin non cresca pensando che le brave donne siano un’eccezione.

Gianni Letta ha concluso la Lectio Magistralis ringraziando Claudia Parzani e Beatrice Venezi per il contributo, quasi senza parole ha sottolineato l’importanza di queste tematiche.